L’affaire Baratta ha rischiato di spaccare la maggioranza che governa il Comune di Sezze: ritirata la proposta deliberativa relativa alla relazione ex articolo 34 indicante l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale attraverso gara. Il motivo? Non fare la gara, verrebbe da rispondere, perché alla fine questa è stata la maggiore preoccupazione dei contrari alla proposta.
Tuttavia, le parole del sindaco Sergio Di Raimo, al termine di una burrascosa seduta di Consiglio comunale (oggi pomeriggio in seconda adunanza; la prima l’l’altro ieri era finita con la caduta del numero legale) hanno spiegato che il ritiro della proposta deliberativa non pregiudica la volontà di procedere a gara, un obbligo di legge come affermato dal capo settore Vincenzo Borrelli chiamato in aula ad illustrare gli aspetti tecnici dell’atto proposto. “La gara non è pregiudicata – ha detto il sindaco -, la delibera viene ritirata sulla base di alcune criticità emerse relativamente alla tempistica che saranno opportunamente sanate con una nuova proposta da riportare in Consiglio comunale”.
Qual è il rilievo sulla tempistica? La delibera discussa oggi in Consiglio prevedeva l’affidamento del servizio per quattro anni. Con una una recente circolare, la Regione Lazio ha informato i Comuni che l’attuale contributo regionale per il Tpl è garantito fino al 2021. Ed ecco l’obiezione: “Come facciamo ad impegnarci oggi per i prossimi quattro anni se tra due la Regione cambia ‘politica’”? Dunque, l’intenzione è quella di procedere a gara, ma per una durata inferiore ai quattro anni, ovvero fino alla fine del 2021. Come andrà a finire questa storia si vedrà, ma intanto la ditta Baratta – al volante del Tpl dal lontano 1990 – potrà tirare un sospiro di sollievo, con la buona pace di chi ha creduto di affidare un servizio in base ai criteri della libera concorrenza.