La direzione del Sombrero di Terracina prende le distanze dall’episodio di abuso sessuale dal quale sarebbe poi scaturito uno dei problemi di ordine pubblico finito tra le motivazioni del provvedimento di chiusura della discoteca per sette giorni, come disposto dal Questore di Latina.
“Ci sta bene tutto. Ma che si dica che all’interno del locale ci sia stato un abuso sessuale, questo proprio no. Per noi è una questione morale. Non ci interessa se per una settimana stiamo chiusi e non lavoriamo. Capiamo le esigenze di ordine pubblico, ma questa cosa del palpeggiamento nelle parti intime di una ragazza ci lascia sconcertati”.
A parlare è Tiziano Ricci, direttore del Sombrero: “Con tutto quello che succede al giorno d’oggi in danno delle donne, non possiamo accettare che il nome del nostro locale venga accostato a situazioni del genere. In queste ore stiamo subendo un’infamia“.
Ricci si dichiara del tutto ignaro dell’episodio di abuso sessuale accertato dalla Polizia e riferisce che la sera del primo maggio all’interno della discoteca ci fu “una lite familiare, tra cognati, finita all’esterno del locale”. “Se poi ciò è successo per un palpeggiamento – afferma il direttore del locale – questo noi non possiamo saperlo, né posiamo esserne responsabili”.
Fuori luogo, per Ricci, anche l’accostamento del locale alle intossicazioni alcoliche da parte di ragazzi: “Nel nostro locale gli alcolici vengono somministrati solo a maggiorenni e negli orari consentiti”.
Per quanto riguarda gli addetti alla sicurezza, il direttore del Sombrero riferisce che il servizio viene gestito da una ditta esterna specializzata.