Il Partito comunista a Latina non ha peli sulla lingua e a costo di diventare viola come una pianta di ceanothus usa il pollice verde del segretario Sergio Sciaudone per schiacciare il “metodo Coletta“.
Ancora troppo fresca la questione del cimitero per essere archiviata, il Partito comunista attacca: dopo il “sistema Latina” il “metodo Coletta”. “Si legge nella nota del Comune di pochi giorni fa che ‘il Comune di Latina, conclusa la fase ricognitiva…..’ tre anni e mezzo, ci sono voluti, tre anni e mezzo per concludere la fase ricognitiva del rapporto contrattuale tra il Comune e Ipogeo. Tre anni e mezzo e una consulenza esterna di pochi giorni fa per sapere quello che il Partito Comunista e le associazioni dei consumatori sono anni che ripetono ma, se non bastasse questo, sono anni che vengono ignorati pareri dell’avvocatura del Comune e dell’allora segretario generale del comune Pasquale Russo. Così, per sapere quanto già si sapeva, si sborsano 40.000 euro dei cittadini per una consulenza che poteva essere fatta in house. Ma è un metodo di operare questo: non fidarsi mai di quelli che già c’erano prima, chiunque essi siano”.
Secondo la ricostruzione del Partito comunista, il “metodo Coletta” sulla diffidenza del prima ad ogni costo sconfina nel verde, anzi nel viola. “Il Comune di Latina – si legge in un comunicato del Parti comunista – fa un bando per 45.000 euro per individuare chi dovrà fare la valutazione visiva del rischio caduta piante: ma il monitoraggio non era partito con il commissario prefettizio Barbato? E il responsabile del monitoraggio che fine ha fatto? Trasferito ad altro incarico perché ‘c’era da prima’? Intanto le piante sono cadute, inoltre una cosa è il monitoraggio fatto in house, con valutazione costante del pericolo reale e della reale salute delle piante, e una cosa è assegnare un incarico esterno a chi si deve assumere la responsabilità da qui a qualche mese e che magari per tutela personale e per un eccesso di scrupolo, rispondendone in prima persona, prevederà qualche abbattimento in più”.
Ma non è finita. “Inoltre – si legge ancora – nella gara della manutenzione del verde dello scorso anno non era già stato previsto che le ditte aggiudicatarie segnalassero le piante pericolanti? Qualcuno lo ha fatto? Chi ha controllato e chi controllerà i lavori dell’appalto se l’allora responsabile dell’ufficio parchi e giardini è stato indirizzato ad altro incarico? Il bando per la manutenzione del verde di questo anno sembra un copia e incolla fatto sul bando di qualche altro Comune, tanto da citare negli esempi delle essenze da potare il ceanothus pianta sconosciuta nei giardini pubblici di Latina”, concludono i compagni.