Terremoto giudiziario ad Aprilia: un colpo alla criminalità organizzata

Un terremoto politico e giudiziario ha scosso la città di Aprilia, rivelando l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto amministrativo e sociale. Alle prime luci di ieri mattina, decine di carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 25 individui, di cui 21 finiti in carcere, due agli arresti domiciliari e due sottoposti a misure interdittive. L’operazione, che rappresenta il culmine di una lunga indagine condotta dai Carabinieri di Aprilia sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha coinvolto almeno 40 indagati.

L’inchiesta ha rivelato un sodalizio criminale di stampo mafioso, capace di influenzare la vita politica e amministrativa di Aprilia, la quinta città del Lazio per popolazione. Traffico di stupefacenti, usura, estorsioni, acquisizione di attività commerciali e intromissione nella gestione dell’amministrazione pubblica sono solo alcune delle attività illecite attribuite al gruppo criminale. Tra gli arrestati spicca il sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, e tra gli indagati figurano il suo predecessore, Antonio Terra, e la candidata sindaco Luana Caporaso.

Secondo la Procura di Roma, la mafia di Aprilia non sarebbe un fenomeno “importato”, ma del tutto “autoctono”, capace di creare una rete di interessi criminali e di entrare nei lucrosi affari degli appalti pubblici. Il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, e la procuratrice aggiunta, Ilaria Calò, hanno evidenziato come il sindaco Principi, all’epoca dei fatti contestati vice sindaco, avrebbe accettato promesse di voti dall’organizzazione mafiosa in cambio dell’affidamento di lavori a ditte a essa riconducibili e posti di lavoro. Secondo gli inquirenti, circa 200 dei 453 voti ottenuti da Principi nelle elezioni del 2018 sarebbero stati procurati dall’organizzazione mafiosa.

Le accuse rivolte agli altri indagati comprendono l’associazione di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni, il traffico di stupefacenti e vari reati contro la pubblica amministrazione, tra cui la turbativa d’asta e l’abuso di ufficio. L’inchiesta ha portato alla luce l’esistenza di una “cupola” criminale che, oltre a criminali locali, comprendeva imprenditori, commercianti e professionisti, tutti in qualche modo legati e convinti di poter lavorare serenamente sotto la protezione di questo clan.

Le ripercussioni di questa operazione saranno pesanti non solo per l’amministrazione comunale, ma anche per il tessuto sociale della città. Aprilia, una città di quasi 80.000 abitanti, deve ora affrontare la sfida di risollevarsi e ricostruire la fiducia nelle istituzioni, spezzando definitivamente l’influenza della criminalità organizzata sul proprio territorio.