Dopo il sequestro preventivo, operato nel marzo del 2018, adesso arriva la confisca di prevenzione per i beni di Antimo Morlando, imprenditore edile del napoletano e personaggio di spicco di organizzazioni criminali attive sul territorio con affari anche nel sud pontino.
Ad eseguire il tutto i finanzieri dei nuclei di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Bologna e Napoli, tra la Campania e il Lazio, precisamente nelle province di Napoli, Caserta e Latina. Il provvedimento di confisca riguarda un patrimonio del valore di oltre 36 milioni di euro.
Il provvedimento ablativo è stato emesso dalla sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli su proposta della locale Direzione distrettuale antimafia e ha riguardato beni mobili, immobili, società e rapporti finanziari riconducibili a Morlando, ai suoi familiari e a prestanome.
“Già nel mese di luglio del 2017 l’imprenditore era stato tratto in arresto nell’ambito dell’operazione ‘Omphalos’ – ricostruisce una nota della guardia di finanza – in quanto ritenuto responsabile dei reati di usura, esercizio abusivo di attività finanziaria, intestazione fittizia di quote societarie, intestazione fittizia di beni e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, aggravati dal ‘metodo mafioso’, per aver agevolato i clan camorristici Morelli prima e Aversano poi, attivi nei comuni di Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo.
Morlando, già tratto in arresto, in passato, per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, era considerato il fulcro della pianificazione delle attività estorsive sul territorio, materialmente eseguite da altri affiliati, come emerso anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Nel tempo si era poi dedicato ai prestiti usurai, riuscendo a penetrare in realtà societarie già affermate e a prenderne il controllo in maniera occulta e surrettizia.