Si intitola ”La vera anima dell’allenatore”, è stato scritto da Stefano Sanderra, allenatore di calcio di Lega Pro, ed è un condensato ricco di umanità e che abbraccia tutte le sue esperienze a livello professionale in tour per l’Italia. Sarà presentato domani 16 dicembre alle ore 18 presso il Bar Mimì di Latina, all’interno del calendario di appuntamenti di ‘Buon Compleanno Latina’, organizzato dall’agenzia Omicron.
Questa non è la biografia di un allenatore che in bacheca ha così tanti trofei da chiamare l’architetto per rivoluzionare casa, ma è uno di quei tecnici che trovi in quella terra di mezzo, tra i dilettanti e il calcio d’èlite. “Mi piace lo stile e la qualità. Meglio una cosa e una persona di qualità che la quantità ma senza valore. Lontano da me le persone che si lamentano, avare, poco coraggiose, limitate e pigre. Li reputo rami secchi da tagliare, che ti appesantiscono. Per questo adoro le persone singolari, curiose, aperte alla vita, cariche di energia positiva, col sorriso sulle labbra. Quelle viti storte che non si sono volute far raddrizzare dagli stereotipi comuni, e che si sono fatte da sole, in Inghilterra direbbero self made man, camminando per conto loro senza chiedere niente a nessuno e tirare dritti all’obiettivo” scrive Sanderra. E ancora: “Lao Tzu diceva che un esercito privo di flessibilità non potrà mai vincere una battaglia: in questa ottica importante è il rapporto con la squadra. Non troppo lontani, lasciandola al vuoto e all’incapacità di risolvere tutto totalmente da sola, nè troppo vicino scadendo in rapporti parziali di amicizia. L’allenatore, come un genitore, dovrebbe essere presente e anche assente, nel senso che oltre ad essere vicino e pressante ai propri giocatori, deve anche aver la capacità di lasciarli liberi, passare dallessere dei martelli incessanti, come per esempio Antonio Conte, al tempo vuoto sospeso, il cazzeggio di cui ha parlato Massimiliano Allegri. Sì dargli delle direttive e delle regole ma lasciargli, dentro di esse, lo spazio della creatività. Quindi molto importante è sapersi, al tempo opportuno, defilare, saper retrocedere dalle luci dei riflettori, con umiltà, lasciando la scena ai giocatori, responsabilizzarli e farli crescere da soli. Indurli cioè a risolvere le incognite e i problemi che poi incontrano quando sono in scena, così come si fa con un figlio che, dopo avergli trasmesso regole e disciplina, si lascia andare via per farlo diventare indipendente e forte”. E poi ci sono gli aneddoti, duri e sensibili, da libri Cuore o da libro della Giungla, dentro e fuori gli spogliatoi, dentro e fuori il campo. Un libro che si fa leggere tutto d’un fiato e che ti graffia l’anima anche se non sei uno sportivo.
L’appuntamento con Sanderra è preceduto alle 10.30 dall’incontro ‘Alla scoperta dell’Agro Redento’: visita guidata del Museo Cambellotti alle scolaresche di Latina da parte del Professor Francesco Tetro Ma chi era Duilio Cambellotti, cui è dedicato il museo.