«Il sovraffollamento, le strutture fatiscenti, le insufficienti attività rieducative e la carenza di personale stanno trasformando sempre più le nostre carceri in luoghi di sofferenza, di solitudine e abbandono che spingono molti detenuti a compiere atti autolesionistici fino al gesto estremo del suicidio. Tutto ciò rappresenta una palese violazione del dettato costituzionale, secondo cui le pene devono tendere alla rieducazione del condannato, oltre che una sconfitta per lo Stato, la società e la giustizia. Per questo, nelle prossime settimane inizierò un giro di visite in tutte le strutture penitenziarie del Lazio. Negli istituti si registra, spesso, una condizione di promiscuità e difficoltà che rende difficile il rispetto dei diritti del detenuto, ma ogni penitenziario ha le sue specifiche criticità: è importante che le Istituzioni entrino direttamente in contatto con queste realtà, si porti ai detenuti e agli operatori un messaggio di speranza e si mettano a disposizione tutti gli strumenti che la Regione Lazio ha, nell’ambito delle sue competenze, per risolvere i numerosi problemi. È una questione di dignità che qualifica il grado di civiltà di un Paese».
Lo ha dichiarato Luisa Regimenti, assessore al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti locali e all’Università della Regione Lazio.
«Il tour, anticipato dalla riunione del tavolo interistituzionale per la prevenzione del rischio suicidario del 9 settembre, comincerà il 10 settembre dal carcere minorile di Casal del Marmo e continuerà negli istituti di Rebibbia, Regina Coeli, Velletri, Viterbo, Rieti, Rebibbia femminile, Civitavecchia, Frosinone, Paliano e Latina. Sarà l’occasione per confrontarsi con tutti gli attori del sistema: i direttori, gli agenti e i sindacati di Polizia penitenziaria, i volontari delle associazioni, i professionisti sanitari, i magistrati di sorveglianza e, ove possibile, anche con i detenuti. Al termine di questo tour presenterò un documento da consegnare al vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Antonio Tajani, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio», ha sottolineato l’assessore Regimenti.
«La difficile situazione nella quale versano gran parte degli istituti penitenziari del nostro Paese è un problema che scuote le coscienze e riguarda tutti: il carcere non può essere una mera punizione, ma deve aiutare a dare speranza e a iniziare una nuova vita, affinché ne possa beneficiare il singolo e l’intera collettività. Per questo, ognuno deve fare la sua parte e nessuno può sentirsi escluso», ha concluso l’Assessore della Regione Lazio.