Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo una lettera al direttore firmata da Paolo Iannuccelli, scrittore e decano dei giornalisti di questa provincia, con alcuni significativi spunti di riflessione a margine della morte dell’avvocato Paolo Censi. Una tragedia che ha scosso l’intera città di Latina oltre che il mondo forense pontino.
“La depressione è il male oscuro. Lo affermava il grande scrittore Giuseppe Berto, lo afferma il professor Giovan Battista Cassano, che insieme alla giornalista Serena Zoli, ha scritto un libro sull’argomento che ha venduto 3.500 copie in libreria. La morte dell’avvocato Paolo Censi, non ha altra dinamica, solo una corretta disamina dell’accaduto può portare alla spiegazione di un momento depressivo in corso. La più logica, l’unica possibile, a mio modesto avviso.
La depressione è definita dall’organizzazione mondiale della sanità, una malattia grave. In Italia sono più di 3.000.000 le persone colpite da questo male oscuro, che, talvolta non si manifesta esternamente, lo possono spiegare tutti coloro che ne soffrono. Paolo aveva acquistato una pistola, due mesi prima del suicidio, un possibile segnale di disagio. Sono numerosi i tipi di depressione, che i testi scritti da psichiatri e psicologi mettono in evidenza. E’ una male terribile, che “cova” nella mente delle persone, in alcune occasioni senza alcun motivo specifico.
Gli amici delle persone depresse, i familiari, sanno poco di questa malattia atroce, tendono a sminuirla. Quando chiedi a un parente di un depresso, qualcosa sulle condizioni di salute, la risposta è la seguente: «tutto bene, non ci sono problemi».
Il carattere di Paolo Censi era allegro, gioviale e gaudente, un eterno ragazzo, molto generoso, di quelli dal cuore grande. Dobbiamo menzionare un episodio accaduto nell’agosto del 2013. Ernesto Prudente, poeta e scrittore, unico abitante dell’Isola di Palmarola, si è sentito male, tanto da essere trasportato in elicottero all’Ospedale San Camillo di Roma. Paolo Censi, in vacanza a Ponza, in soli trenta minuti, alle tre di notte, ha raggiunto San Felice Circeo, in compagnia di Danilo Prudente, figlio minore di Ernesto, sono saliti poi in macchina per raggiungere ad altissima velocità il nosocomio capitolino. Due giorni dopo, ho incontrato, nella piazzetta di Ponza, proprio Paolo. Gli ho detto: «Complimenti per quello che hai fatto». Significativa la risposta: «Sono sicuro che Ernesto si sarebbe comportato allo stesso modo con me». Un gesto che intendo ricordare, non lo dimenticherò mai, così come sono state tante le persone indigenti difese gratuitamente da Paolo.
La troppa sensibilità, porta a momenti di depressione, anche se l’apparenza inganna e fa pensare che tutto proceda senza intoppi. La depressione è qualcosa di terribile, può portare al suicidio, specialmente se, un elemento scatenante ne fa alzare i contenuti. Non abbiamo altre parole, se non il ricordo di una persona solare, che ha fatto dell’altruismo il suo credo di vita”.
Paolo Iannuccelli