Maenza ha fatto da sfondo alla produzione del videocatechismo della Chiesa Cattolica, lanciato alla 77ma Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in questi giorni.
L’opera multimediale e multilingue, dura 25 ore ed è suddivisa in 46 episodi; prodotta da Tania Cammarota e Gjon Kolndrekaj, è un’opera artistica realizzata dalla Società CrossInMedia con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, sui testi della Libreria Editrice Vaticana, che aiuta a scoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata.
I numeri sono quelli di un kolossal: girato con la tecnologia del 4K in 70 Paesi nel mondo, il videocatechismo ha visto la partecipazione di 60mila persone, in 16mila differenti location. I testi del Catechismo sono stati letti in 37 lingue diverse, mentre 1200 attori in costume hanno ricostruito in fiction scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.
La presentazione della nuova forma di distribuzione si è tenuta nel corso di una conferenza stampa presso lo spazio dell’Ente dello Spettacolo all’Hotel Excelsior, con la partecipazione di padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, Mogol, poeta e autore, Gjon Kolndrekaj, regista del videocatechismo.
All’evento hanno partecipato anche il sindaco di Maenza, Claudio Sperduti e l’Associazione “Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Maenza” i quali hanno consegnato a Mogol la chiave del paese, un Mattone in terracotta del 1600, su cui è applicata una chiave sempre del 1600, delle ciliegie a intarsio con pietre dure e una linea che simboleggia la collina, proprio perché Giulio Mogol ha scritto il brano “La collina dei ciliegi” ed è uno dei testimonial del videocatechismo che ha visto il Comune di Maenza che fare da sfondo alle riprese.