Dalla terra dei fuochi della provincia di Napoli, alla discarica di Borgo Montello a Latina, tra denunce e sequestri in atto, il passo è breve. Parte dalla realtà del territorio pontino l’incontro sulla legalità con il giornalista Sandro Ruotolo e Fabrizio Marras di Libera che si è svolto questa mattina presso l’istituto Agrario San Benedetto di Borgo Piave e promosso dal preside Vincenzo Lifranchi, davanti ad una folta platea di studenti, ai quali è stata data la possibilità di approfondire, anche attraverso la proiezione dell’intervista rilasciata dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone al giornalista Ruotolo, oggi sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalla mafia, nell’ambito delle inchieste portate avanti dalla trasmissione televisiva Servizio Pubblico, la tragica situazione ambientale che riguarda tutto il paese Italia, da nord a sud, la cui terra è avvelenata dal traffico illecito di rifiuti, per il 70 per cento, provenienti dalle industrie. Proprio la produzione industriale alimenta il traffico illecito dei rifiuti, che evadendo il fisco, smaltisce irregolarmente i propri scarti lavorativi affidandoli ai boss mafiosi che gestiscono l’intero meccanismo.
Il silenzio delle istituzioni “Sono venti anni, che la politica e le istituzioni conoscono la verità sul traffico illecito di rifiuti e sulla contaminazione ambientale prodotta dal deposito di scorie nucleari e materiali altamente pericolosi per la salute dei cittadini – spiega Ruotolo – ma ad oggi delle 64 discariche totali fotografate dal Corpo forestale dello Stato, solo in 11 siti sono stati effettuati scavi, tra l’altro, negli ultimi 3 anni. La commissione parlamentare che nel 1997 ascoltò le dichiarazioni di Schiavone aveva il dovere di dirlo a tutti affinché si scavasse in quei territori dove solo oggi sappiamo esserci sepolte tonnellate di sostanze nocive”.
Il movimento delle mamme della terra dei fuochi La forza delle mamme della terra dei fuochi, che hanno dato vita ad un movimento di diffusione su questa tragedia immane che le riguarda, ma che coinvolge l’intero paese Italia – aggiunge Ruotolo – è data dall’importanza di portare allo scoperto quello
che per troppi anni è stato taciuto. Loro, le mamme, si sono ritrovate ad accudire e in troppi casi a dire addio ai propri figli ricoverati negli ospedali oncologici, rendendosi conto che questi bambini erano nati soprattutto nella terra dei fuochi e che queste morti non erano casuali ma riconducibili al traffico illecito di rifiuti, che oggi non riguarda più solo la Campania e il sud pontino, ma tutto il paese Italia, in quanto questa pratica, che condanna il futuro dei nostri territori, determinerà la contaminazione della falda acquifera entro il 2064”.
La speranza nei giovani e nelle nuove tecnologie Il destino della salute delle terre su cui viviamo, studiamo, lavoriamo e vorremmo crescere i nostri figli dipende da tutti noi, dalla conoscenza e dalla comprensione dei rischi che corriamo e dal rispetto della legalità, per questo è importante denunciare chi favorisce il traffico illecito dei rifiuti. Ma la risposta al problema ambientale potrebbe anche arrivare dalle nuove tecnologie, come ha sottolineato al termine del suo intervento Ruotolo, che ha invitato gli studenti, che hanno mostrato attenzione ed interesse per gli argomenti trattati nell’incontro di oggi, a studiare ed approfondire queste tematiche e le possibili soluzioni anche legate al potere della natura di risollevare le proprie sorti, come sentinelle sui territori, sviluppando professionalità e tenendo sempre accesi i riflettori sulla minaccia più grande della nostra epoca.