Scatta il sequestro preventivo per il centro residenziale di Borgo Piave, anche noto come Palazzo Malvaso. I militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale hanno eseguito l’ordinanza emessa dl Gip di Latina. Il sequestro riguarda la struttura da 23 unità immobiliari, un’unità commerciale e un piano seminterrato per un totale di oltre 9mila metri cubi.
Il complesso edilizio era già stato sequestrato nel 2015 a seguito di un’indagine poi conclusa con la sentenza di condanna del GUP del Tribunale di Latina del 17.07.2017, dove è stato accertato come la variante al PPE di Borgo Piave che ha conferito la nuova potenzialità edificatoria di oltre 9700 mc sia stata approvata con meri atti di Giunta sul falso presupposto che tale variante fosse conforme allo strumento urbanistico generale (PRG), ma in realtà le modifiche apportate all’originario Piano Particolareggiato Esecutivo del 1987 incidevano in maniera rilevante sulle vigenti previsioni del PRG.
In primo grado i giudici avevano disposto anche un decreto demolizione che ancora non è stato revocato, sebbene i reati contestati allora siano ormai prescritti, in quanto il procedimento presso la Corte di Appello di Roma non si è ancora definito. In tale contesto la ripresa dei lavori finalizzata alla cristallizzazione di una vera e propria lottizzazione abusiva non poteva essere autorizzata come nel caso di specie a fronte di una SCIA presentata nel mese di novembre 2023 dalla società titolare del complesso immobiliare, in variante al Permesso di Costruire n°41EP/2013, quest’ultimo dichiarato illegittimo dal giudice di primo grado.
Sul punto la SCIA in parola, per avere validità giuridica, doveva essere conforme alle previsioni urbanistiche vigenti, conformità che nel caso di specie risultava assente in virtù del fatto che il nuovo PPE di Borgo Piave risultava annullato dal Commissario Prefettizio con la Deliberazione Commissariale n.205 del 24.05.2016. Il sequestro ha riguardato l’intero complesso edilizio e l’area circostante delle dimensioni di 3.715 metri quadri, due invece le persone indagate, l’amministratore della società proprietaria e il progettista/direttore dei lavori, per loro l’accusa è quella di lottizzazione abusiva.