Tensione alle stelle attorno al Parco del Circeo per la vicenda legata al piano di contenimento dei daini. Sotto attacco le guide turistiche in un clima super agitato.
Da una parte le ragioni dell’ente Parco nazionale che difende la scelta di operare la riduzione del mammifero che, in eccedenza, mette a rischio sia la flora che la fauna della foresta protetta con conseguenze negative sugli aspetti socio-economici del territorio; dall’altra le ragioni di chi vede nella pratica dell’abbattimento programmato dei capi una crudeltà inaccettabile per un ambiente a tutela integrale.
Le guide in questo momento stanno subendo in silenzio offese e minacce tutt’altro che velate, tanto da esporsi in rigoroso anonimato per paura.
In questo fine settimana – ci viene riferito – tra i visitatori attenti non sono mancati gruppi agguerriti contro l’ente Parco del Circeo proprio per la vicenda dei daini. Alcune guide turistiche, che accompagnano i visitatori per contro di operatori esterni al Parco, sono state presse a maleparole. E al tentativo di spiegare le ragioni del contenimento della specie sono state accusate di essere “prezzolate”.
“Per favore – ci dicono – fate sapere a tutti che noi non siamo pagati dal Parco ma da chi ci chiede di essere accompagnati in visita al Parco. Questa è una cosa che devono capire tutti. Siamo dispiaciuti che si arrivi ad abbattere i daini, ma pensiamo anche che non vi sia altra possibilità per il futuro di questo delicato ambiente”.
Le offese passano anche attraverso i social. Una guida turistica è stata attaccata frontalmente da uno sconosciuto che le ha detto di doversi vergognare nel sostenere la legittimità del piano di contenimento daini: “Tutti sanno che lavori al Parco – le ha scritto lo sconosciuto – che prendi soldi dal Parco e che lavori lì grazie al tuo cognome”. L’auspicio dello sconosciuto è che la guida, evidentemente a lui nota, torni a fare la cameriera. Offese gratuite per chi, animato dalla passione per il Parco del Circeo e per la storia del territorio, con grande sacrificio ha saputo ritagliarsi un’occupazione per la promozione delle bellezze naturali e culturali. Ma niente, la rabbia per i daini si sta manifestando senza alcun controllo.
Intanto oggi il Partito animalista italiano ha minacciato ricorso al Tar contro il piano di contenimento dei daini e chiesto le dimissioni del direttivo dell’ente Parco per non aver saputo adottare provvedimenti utili a contenere gli animali prima di moltiplicarsi a dismisura (leggi qui).