Nella mattina di sabato 30 ottobre presso l’Infermeria dell’Abbazia di Fossanova si è svolta la cerimonia per la consegna dei premi per le buone pratiche infermieristiche, quinta tappa del 2° Congresso Nazionale Itinerante “Ovunque per il bene di tutti – infermieristica di prossimità per un sistema salute più giusto ed efficace”, organizzato dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) e con il patrocinio del Ministero della Salute.
Il Lazio è tra le regioni del centro Italia a cui sono stati conferiti cinque premi.
La presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli, ha affermato: “La professione infermieristica deve fare in questi anni grandi passi avanti, sia dal punto di vista della formazione che dell’assistenza; l’infermiere deve essere specialista e si deve concentrare non solo nel management e nella gestione, ma anche nella clinica. Gli assistiti hanno bisogno di noi, lo dichiarano e ci cercano; gli infermieri sono accanto a loro tutti i giorni, h 24”.
Alla cerimonia, che si è svolta con la presenza del Presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale del Lazio Rodolfo Lena e del generale Roberto Rossetti della struttura Commissariale per l’emergenza Covid , hanno preso parte: Nancy Piccaro presidente dell’ Ordine delle Professioni Infermieristiche di Latina, il sindaco di Latina Damiano Coletta, Annamaria Bilancia, sindaco di Priverno, Enrico Forte, consigliere regionale, Nicola Procaccini, parlamentare europeo.
Il Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ordine Infermieri organizzatore dell’evento, il 12 maggio prossimo, giornata internazionale dell’infermiere 2022, presiederà la tappa conclusiva in Sicilia.
Tra i premiati del Lazio, il progetto: “Indice di Complessità Assistenziale nelle cure palliative” è stato l’unico vincitore per la provincia di Latina.
Il progetto è stato presentato dalle dottoresse Valentina Di Trocchi e Michela Guarda che hanno introdotto un nuovo sistema di valutazione dei livelli di complessità del paziente alla presa in carico infermieristica in ambito palliativo. Lo scopo è stato quello di poter distribuire al meglio i carichi di lavoro rapportati alle specifiche necessità assistenziali. Attraverso uno studio osservazionale durato 2 anni, sono stati monitorati 145 pazienti ricoverati in regime domiciliare presso l’Unità di Cure Palliative – Hospice San Marco. Il livello di complessità è stato rilevato attraverso un questionario di dieci domande, costruito appositamente per lo scopo descritto, compilato da colleghi infermieri dell’hospice domiciliare al momento del primo accesso infermieristico. L’utilizzo di questo strumento di valutazione si è dimostrato da subito efficace per individuare i reali bisogni dell’assistito correlati al suo livello di complessità, per poter pianificare un’assistenza che comprenda interventi mirati ed appropriati ai fini del miglioramento della qualità di vita del paziente e della sua famiglia.
“Il riconoscimento è un vero trampolino di lancio per tutti noi e per tutte le figure professionali infermieristiche che operano nel nostro territorio – afferma la dott.ssa Michela Guarda coordinatrice infermieristica dell’Hospice San Marco– l’infermiere non deve essere visto solo come una persona che offre assistenza per prevenire ed alleviare la sofferenza altrui, ma come un professionista che col suo impegno garantisce e migliora la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari”.