Codici Latina, sta cercando di sollevare l’interesse del Commissario Straordinario al Comune di Latina, Carmine Valente, in merito all’annosa vicenda del Cimitero Urbano cittadino.
L’intenzione di Antonio Bottoni, responsabile locale dell’Associazione di tutela dei diritti dei cittadini, è quella di far esaminare e di riesaminare l’intera questione, facendola uscire dall’ambito politico, con tutte le sue potenziali criticità, per farla entrare in quello tecnico-giuridico ed amministrativo.
Per questo motivo, Codici ha inviato già due lettere al dott. Valente, per spiegare, pur se solo sommariamente, la vicenda che si sta trascinando da sin troppo tempo.
Le principali questioni sul tappeto sono tutte abbastanza note e vanno dalla contestazione del pagamento del “contributo di mantenimento” al tentativo di considerare scaduta la sepoltura delle salme di deceduti dal febbraio 1976 al novembre 1991.
Sulla prima, Ipogeo è stata destinataria di una diffida a non richiederlo da parte del Comune, che lo ha visto vittorioso, insieme a quattro Associazioni dei Consumatori, tra cui Codici ed Asso Cons Italia prima dinanzi al TAR e poi al Consiglio di Stato e che ora, invece, sembra che non sia accaduto nulla, persino dovendo assistere al silenzio del Comune, anche se in presenza di numerose segnalazioni delle rinnovate richieste di pagamento da parte di Ipogeo.
La seconda ha costretto Codici e moltissimi cittadini a presentare ricorso al TAR Lazio per far esprimere l’Organo giurisdizionale su quella che si ritiene la corretta durata della sepoltura, cioè novantanove anni invece dei pretesi trenta.
Per poter meglio illustrare la questione, Codici ha chiesto e sollecitato al Commissario Straordinario un incontro, per far sì che sia lui ad interessarsene in maniera tecnica, evitando che su di essa si debba tornare a parlare dopo l’insediamento del prossimo Consiglio comunale.
Questo il testo della prima lettera:
”
Eccellenza, in qualità di responsabile provinciale di Codici, Associazione di tutela dei diritti dei cittadini, mi trovo costretto ad interessarla di una vicenda che si sta protraendo da alcuni anni e che rischia di produrre gravi danni a numerosissimi cittadini di Latina.
A decorrere dall’11 maggio 2009 il solo Cimitero urbano di Latina (non quello di Borgo Montello) è gestito dalla soc. Ipogeo Latina srl, in quanto aggiudicataria di apposita procedura project financing per le realizzazione di n. 16.734 sepolture e la loro gestione trentennale.
E’ bene precisare immediatamente che con deliberazione di C.C. n. 114 del 22/12/2008, venne approvato il penultimo Regolamento di Polizia mortuaria, sebbene detta deliberazione fosse stata adottata meramente in via preliminare, non essendo mai stato approvato in via definitiva.
A partire da qualche anno in qua, il gestore reclama il versamento del cd. “contributo di mantenimento”, pari ad € 15,00+IVA per anno per posto salma, richiamandosi al predetto Regolamento e ciò nonostante che il Regolamento ad esso precedente, adottato con D.C.C. n. 75 del 15/07/1993, all’art. 9, avesse previsto che all’atto della concessione d’uso il prezzo i familiari della persona deceduta dovessero versare, oltre “il costo di costruzione delle opere cimiteriali comprensive di infrastrutture, attrezzature ed impianti”, anche “i costi di gestione di opere attrezzature ed impianti, di manutenzione ordinaria e straordinaria in proporzione alla durata della concessione del diritto d’uso”.
A tal proposito, peraltro, lo stesso Comune, con lettera del 23 dicembre 2019, a firma della Dirigente del Servizio Lavori Pubblici e Progettazione, dopo aver ricordato che il Regolamento del 2008 non era mai stato formalmente adottato dal Comune, scriveva che “la durata delle concessioni rilasciate dall’Ente è quella stabilita ai sensi del Regolamento cimiteriale vigente alla data di rilascio anche per le autorizzazioni sprovviste di uno specifico “contratto” di concessione”.
La stessa Dirigente, inoltre, con lettera del 25 marzo 2020, inviata a Codici, ad altre Associazioni di tutela dei consumatori ed alla stessa Ipogeo, dopo aver informato che l’amministrazione comunale “ha maturato il convincimento che il Regolamento applicabile alle sepolture avvenute ante il 10/5/2009 sia il Regolamento per la concessione dei loculi adottato con deliberazione di C.C. n.75 del 15/7/1993”, reiterava la diffida al concessionario a non procedere “alla richiesta di pagamento del canone cd di “mantenimento” e ad interrompere tutte le attività volte alla liberazione delle sepolture …”.
Tale ultima comunicazione è stata oggetto di impugnazione da parte del Gestore, con esito sfavorevole (cfr. TAR Lazio Sent. n. 121/2001), così come ugualmente esito sfavorevole ha avuto il successivo appello dinanzi al Consiglio di Stato (cfr. Cons. Stato Sent. n. 1407/2022).
Nonostante ciò, il Gestore ha recentemente ripreso ad inviare massivamente richieste di versamento del cd. “contributo di mantenimento” anche ai concessionari di sepolture antecedenti la data posta quale limite dal Comune e ciò senza che l’Ente concedente, per quanto di conoscenza, abbia avuto nulla da eccepire al riguardo, sebbene in tal senso più volte sollecitato dalla scrivente Associazione, nell’espresso richiamo delle disposizioni di cui alla L. 241/1990.
A tale problematica, peraltro, se ne è aggiunta un’altra persino più importante, in quanto mira a coinvolgere in procedure di estumulazione massiva circa tremila salme, alle quali viene surrettiziamente attribuito un periodo di concessione d’uso delle rispettive sepolture di 30 anni, invece che di anni novantanove, come è nella certezza di questa Associazione, la quale, per ottenere il rispetto dei ritenuti diritti dei concessionari ha dovuto presentare recentemente ricorso al TAR Lazio – sezione staccata di Latina, alla quale ha aderito anche la presidenza nazionale di Asso Cons Italia, altra Associazione avente le medesime finalità di Codici.
L’adita Autorità si pronuncerà nel merito il 15 dicembre prossimo.
Come l’E.V. ben comprenderà, le questioni poc’anzi sommariamente illustrate, che coinvolgono rapporti trilaterali, Comune/Ipogeo/cittadini concessionari, presentano molte e diverse criticità e si prestano anche a divenire potenzialmente foriere di ulteriori sviluppi in senso negativo ed esse coinvolgono diverse migliaia di latinensi, molti dei quali sono anche esasperati a causa delle inattese situazioni in cui stanno venendo a trovarsi, e, per certi versi, anche di difficile gestione economica, con possibili ripercussioni sull’ordine pubblico, come già accaduto alcuni anni or sono, proprio per motivi connessi a quanto dianzi esposto.
Al fine di meglio illustrare la complessa problematica e le connesse criticità, nonché le possibili soluzioni, lo scrivente, unitamente al Dott. Daniele Mazzoli, Presidente nazionale di Asso Cons Italia, pertanto, si permettono di richiedere un appuntamento all’E.V., mirante ad evitare che l’attuale contenzioso possa finanche inasprirsi, con potenziali rischi anche per l’ordine pubblico, derivanti da cittadini esasperati, preoccupati per non poter diversamente fronteggiare la situazione che li sta incolpevolmente ed ingiustamente tormentando.
Confidando nella sollecita fissazione dell’appuntamento richiesto, si porgono distinti saluti”.
Questo, invece, il contenuto della seconda lettera :
“Eccellenza, preso atto della Sentenza n. del Consiglio di Stato, mi consenta di fare seguito alla mia precedente missiva dello scorso 15 luglio, dandola per integralmente richiamata.
Infatti, ciò che, in qualità di responsabile provinciale di Codici, Associazione di tutela dei diritti dei cittadini, mi preme evideziarLe, oltre al contenuto delle note di Ipogeo Latina (peraltro persino comprensibile, come imprenditore, anche se assolutamente non condivisibile sotto molteplici profili) è anche l’atteggiamento dei suoi collaboratori dipendenti comunali ai quali le mie note sono state e sono tuttora dirette ed ai quali costantemente chiedo risposta circa le questioni che sottopongo loro.
Ebbene, da costoro non perviene alcun cenno di riscontro, nonostante l’incessante richiamo alle tuttora vigenti disposizioni recate dalla L. 241/1990, con i connessi diritti che essa dispone a vantaggio dei cittadini.
Inoltre, ciò che mi induce a scriverLe nuovamente è la circostanza secondo cui Ipogeo Latina, con le due lettere qui allegate, fornisce, forse per la prima volta, alcune delucidazioni, sulle quali desidero attirare la particolare attenzione della S.V., sia per quanto riguarda il loro contenuto che sui toni, rammentando, qualora ce ne fosse la necessità, che Ipogeo è soggetto economico che sta gestendo un bene pubblico in forza di un progetto di finanza (peraltro approvato soltanto in via preliminare dal Consiglio comunale e, quindi, non in maniera, pertanto inefficace nei confronti della cittadinanza) e che sull’Ente civico, che in questo caso si atteggia a Stazione Appaltante (come, peraltro, specifica la Deliberazione ANAC n. 577/2016), grava il dovere di vigilanza quale soggetto concedente sul soggetto concessionario.
Ciò, peraltro, mi obbliga a sollecitare l’incontro richiestole (eventualmente anche con la presenza del legale che ha presentato il ricorso al TAR Lazio avverso la procedura di estumulazione delle salme dei deceduti ante 2009), al fine di più compiutamente rappresentare il punto di vista di questa Associazione e di Asso Cons Italia in merito alla criticata procedura appena citata”.