Gravissime accuse per un imprenditore agricolo arrestato ieri dagli agenti del commissariato di Polizia di Terracina per caporalato.
L’uomo Alessandro Gargiulo, 35 anni, è stato fermato subito dopo minacce con un fucile a pompa all’indirizzo di braccianti indiani al suo servizio.
Il 35enne è ritenuto responsabile di sfruttamento del lavoro, minaccia aggravata con l’utilizzo di arma da fuoco (fucile a pompa), lesioni personali, detenzione abusiva di munizionamento, omessa denuncia di materie esplodenti; accusato di aver sottoposto manodopera (braccianti agricoli di nazionalità indiana) a condizioni lavorative degradanti nonché corrispondendo loro retribuzioni difformi dalla normativa vigente.
Lo stesso, secondo le indagini della Polizia, si sarebbe avvalso di “caporali” deputati alla sorveglianza dei lavoratori e di situazioni alloggiative fatiscenti da destinare ai braccianti agricoli, avvalendosi della complicità di terze persone denunciate in stato di libertà nella stessa operazione di polizia.
Per quanto ricostruito dalle indagini, scaturite dalla segnalazione di cinque braccianti agricoli di origini indiane, questi, al pari di altri connazionali, sarebbero stati ripetutamente minacciati dal datore di lavoro con armi da fuoco esplodendo colpi all’indirizzo degli stessi per spronarli ad accelerare la raccolta e la lavorazione dei prodotti. Alcuni braccianti avevano rinunciato all’impiego avrebbero quindi scatenato l’ira dell’imprenditore.
Lo stesso, nella serata del 10 ottobre, all’ennesimo licenziamento di uno dei suoi operai, peraltro in stato di clandestinità poiché privo di titolo a permanere su territori nazionale, avrebbe reagito presentandosi presso l’alloggio dei braccianti per una “lezione”. Avrebbe esploso colpi di fucile all’indirizzo di alcuni di essi, fortunatamente non attingendone alcuno. L’uomo avrebbe passato in rassegna gli attoniti stranieri minacciandoli, puntandogli l’arma alla gola.
Gli uomini del commissariato di via Petrarca hanno predisposto l’operazione di polizia avvalendosi di unità della Squadra Volanti, della Squadra Anticrimine e della Polizia scientifica. Giunti sul posto hanno cinturato la villa padronale dell’imprenditore agricolo e fatto irruzione.
L’uomo alla vista degli agenti non ha opposto resistenza ma alla richiesta degli operatori di esibire il fucile a pompa legalmente detenuto avrebbe detto che gli era stato rubato. I successivi accertamenti hanno consentito alla Polizia di individuare le persone grazie alle quali il 35enne si sartebbe disfatto dell’arma. Gli stessi sono stati rintracciati e deferiti all’autorità giudiziaria per favoreggiamento personale e porto abusivo di arma, mentre l’arma rinvenuta è stata sottoposta a sequestro.