Accade a Latina che il corpo di una donna morta nella propria abitazione venerdì 31 marzo ad oggi, 5 aprile, non abbia avuto ancora sepoltura. Il figlio, disoccupato, non essendo in grado economicamente di sostenere le spese necessarie si è rivolto al Comune senza trovare soluzione. La questione è finita all’attenzione dei giornali suscitando sui social non poche polemiche. Nel pomeriggio di oggi sono arrivate le precisazioni dall’ente di piazza del Popolo.
“In merito ai ritardi nell’avvio delle procedure per la sepoltura della salma della disabile assistita dai Servizi Sociali deceduta venerdì scorso presso la sua abitazione, si precisa che l’assessora al Welfare Patrizia Ciccarelli, nell’esprimere il proprio rammarico per quanto avvenuto – si legge in un comunicato stampa – ha immediatamente richiesto ai Servizi competenti un resoconto scritto per verificare l’esatta dinamica dei fatti e analizzare eventuali responsabilità”. Giusto, ha fatto bene l’assessore ad accendere un faro sulle eventuali responsabilità. Peccato però che con la stessa celerità non si sia provveduto a risolvere il problema, non certo trascurabile, venutosi a creare al di là delle responsabilità di chicchessia.
“Questa vicenda ci conferma – afferma Ciccarelli – che è prioritario ed urgente riflettere sulla necessità di riorganizzare i servizi socio-sanitari perché siano in grado di affrontare anche situazioni complesse come questa che si è creata alla vigilia di un fine settimana e con una salma di dimensioni tali da richiedere una bara fuori misura che al momento in cui serviva non era disponibile”.
“I Servizi Sociali comunali si attengono a procedure istruttorie – si legge sempre nel comunicato stampa – che hanno tempi non sempre compatibili con l’immediatezza di risposta che alcune situazioni richiedono. L’emergenza, così come una morte improvvisa, richiede un altro tipo di intervento che attiene al Servizio di Igiene e Sanità, al medico legale ed anche ai Servizi Sociali nel caso sia necessario sostituirsi ai familiari. Per questo è stato attivato il Servizio di Pronto Intervento Sociale, per garantire anche nei giorni di chiusura degli uffici pubblici la possibilità di essere orientati e sostenuti”.
“Occorre che il Pronto Intervento Sociale – aggiunge l’assessora – venga al più presto potenziato per garantire 24 ore su 24 un ascolto professionale e l’attivazione delle prestazioni e dell’assistenza necessarie caso per caso. Purtroppo, per quanto ci sforziamo di divulgare il numero verde 800212999, non sempre il cittadino è a conoscenza di tale opportunità sul nostro territorio”.
Quindi, secondo l’assessora, se il figlio della donna morta si fosse rivolto, venerdì scorso, al numero verde la fornitura della bara extra sarebbe stata garantita in un tempo più ragionevole? Povero “figlio” che ha atteso l’apertura degli uffici comunali lunedì mattina senza riuscire ad accompagnare sua madre al cimitero in tre giorni. Il feretro speciale dovrebbe essere disponibile domani. Una brutta storia che viola la dignità umana oltre la vita.