Il procuratore generale, nel secondo processo in Appello per l’omicidio di Anna Maria Coviello ha chiesto una condanna all’ergastolo per Arianna Magistri. Coviello fu uccisa sulle scale delle Poste a Sperlonga, dove entrambe le donne lavoravano. Tra le colleghe c’erano attriti da anni, fino all’ultima lite, il 15 giugno 2016, quando Magistri aveva aggredito la donna, che era caduta dalle scale. Anna Coviello è morta per il forte trauma cranico dopo una settimana di agonia.
Il 10 luglio del 2019 la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi – presentati dopo la sentenza di Appello che escludeva l’omicidio volontario e condannava Arianna Magistri a 6 anni di reclusione per il preterintenzionale – dell’avvocato Dino Lucchetti, che assiste i familiari della vittima, e del procuratore generale. Dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputata, difesa dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo.
La Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado e rinviato gli atti alla Corte d’Assise d’Appello, in diversa composizione, per un nuovo giudizio. L’avvocato Lucchetti e il procuratore generale di Roma puntano a far definire il delitto come volontario e a far riconsiderare anche il reato di atti persecutori. Per lo stalking infatti, sempre in Appello, Magistri era stata assolta.
Già il tribunale del Riesame aveva derubricato il reato da volontario a preterintenzionale. In primo grado però il giudice per l’udienza preliminare Mara Mattioli aveva ritenuto che la donna volesse uccidere la collega, con la quale avrebbe avuto precedentemente diversi motivi di scontro. Per questo, in abbreviato (che prevede la riduzione di un terzo della pena), l’aveva condannata a 16 anni di reclusione.
Ora il nuovo processo. L’udienza è stata rinviata al 20 marzo prossimo.