La sughereta di Monte San Biagio a rischio: scende in campo Legambiente. Il patrimonio naturale dell’area protetta di San Vito da anni mostra segnali pericolosi di deperimento in diverse zone, in parte dovuti alla presenza del microrganismo patogeno denominato Phytophtora Cinnamomi.
Il circolo intercomunale Legambiente “Luigi Di Biasio” Aps, sabato scorso a Monte San Biagio, ha organizzato un incontro pubblico sullo stato di salute della sughereta di San Vito.
All’iniziativa sono intervenuti il sindaco di Monte San Biagio Federico Carnevale, il dirigente Area Promozione del Parco dei Monti Ausoni e Lago Di Fondi Raniero De Filippis, il presidente di Legambiente Lazio Roberto Scacchi, Ufficio Aree Protette e Biodiversità di Legambiente Nazionale Stefano Raimondi, la presidente del Circolo Intercomunale Legambiente Luigi Di Biasio Aps Paola Marcoccia. È intervenuto con un videomessaggio anche Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, che ha espresso il suo appoggio all’iniziativa e i contatti avviati con l’intenzione di contribuire fattivamente alla soluzione del problema. Erano presenti, infine, come invitati rappresentanti della stazione di Fondi dei Carabinieri Forestali, l’associazione di Protezione Civile “Centro Operativo Circe”, rappresentanti dell’amministrazione comunale e del consiglio comunale di Monte San Biagio, associazioni e cittadini.
L’incontro ha dato vita ad un tavolo tecnico permanente, aperto a tutti, che porti all’attuazione concreta delle misure di salvaguardia, costituito dalle istituzioni, dal mondo della ricerca e dagli esperti, dalle associazioni di volontariato, dai cittadini, con lo scopo di fare una corretta informazione e supportare proposte e progetti, senza strumentalizzazioni politiche, per tutelare il patrimonio nazionale e comunitario rappresentato dalla Sughereta.
Dagli interventi è stato ribadito che, per riuscire ad attenuare gli effetti devastanti del patogeno, è necessario interdire le aree colpite per evitarne la diffusione, calare la ricerca sul territorio e sperimentare interventi di ripresa. Per tale motivo è necessaria la collaborazione di tutti i fruitori della sughereta. È indispensabile lavorare per attingere a risorse nazionali ed europee e finanziare le azioni di conservazione. Il sindaco Carnevale ha sottolineato quanto sia difficile per il Comune fronteggiare il problema facendo leva unicamente sulle proprie risorse e di come abbia di recente avviato un contatto con l’Università della Tuscia, che ha firmato il primo rapporto scientifico sulla presenza del patogeno, finalizzato alla richiesta di un finanziamento europeo.
Il dirigente del Parco Ausoni De Filippis, che ha mostrato suggestive immagini della sughereta realizzate con drone dai guardiaparco e dall’ufficio tecnico del Parco, ha mostrato piena disponibilità da parte dell’ente a contribuire ad ogni forma di progettualità finalizzata alla tutela dell’area, anche per recuperare il tempo perduto. Raimondi ha, dal canto suo, ricordato la similarità del problema con quanto accaduto in Sardegna in tempi recenti e la necessità di riconoscere ad alcuni siti uno status speciale. Roberto Scacchi sottolinea come le possibilità di finanziamento siano principalmente legate ai fondi europei e aggiunge che Legambiente darà a tutti i livelli il massimo supporto ad ogni tipo di iniziativa di tutela.
Paola Marcoccia, ha proposto ai presenti di essere i primi firmatari di un “Patto per la Sughereta San Vito per un Tavolo Tecnico Permanente”, aperto a tutte le istituzioni, le associazioni, al mondo della ricerca, agli esperti, ai cittadini. Nei prossimi giorni il testo del Patto sarà reso pubblico e chiunque potrà sottoscriverlo, con lo scopo di unire la comunità intera nella protezione, la salvaguardia e la tutela della Sughereta di San Vito, un eccezionale patrimonio di habitat e biodiversità che appartiene a tutti.