Sebbene da luglio siano passati più di sette mesi, i tecnici dell’ASL presenti in Commissione Servizi Sociali a Sezze (presieduta dal consigliere Enzo Polidoro), non sono riusciti a definire tempi e modalità di riapertura per l’ala vecchia dell’ex ospedale di Sezze, chiusa dal crollo di un solaio il 1 luglio 2014. L’unica notizia certa che si riesce ad apprendere dal poule composto dottor Capodilupo in sostituzione del direttore del Distretto Monti Lepini dell’ASL Luigi Ardia, l’architetto Zaralli, gli Ingegneri Palombo e Milanese e il geologo Caldomagno, è che la fase di ricognizione è terminata. Grazie ai dati raccolti, la struttura può finalmente vantare una documentazione completa che ne certifica come è fatta, dove poggia e altri dati tecnici necessari per stabilirne la sicurezza e stabilità. Prima di parlare di riapertura, dovranno passare mesi e sperare di intercettare i fondi necessari ai lavori che serviranno e che emergeranno da una successiva fase progettuale. Due le criticità emerse: la prima è rappresentata dalla chiesa di Sant’Antonio, a rischio crollo e di proprietà del Fondo Edifici di Culto. Il problema derivante dai rischi di crollo della chiesa, deve essere risolto per pensare ad una riapertura, ma il Fec non ha margini economici di intervento, la Sovrintendenza non ha la competenza e il Comune, oltre alla realizzazione del progetto, non può esporsi. Il secondo problema è dato da un addensamento di acque piovane sotto al chiostro al centro della struttura (lì c’è l’antico pozzo che attinge dall’altrettanto antica cisterna). Quell’acqua dovrà essere drenata.La struttura è risultata per il resto solida, poggiata su fondamenta ben fatte che fanno leva su uno strato di terra rossa per 16 metri in profondità e sotto uno strato carbonatico calcareo. La relazione verrà inviata in regione. Il lavoro svolto servirà anche in futuro come base di partenza documentale per ulteriori interventi e va a colmare un vuoto di certificazioni evidente.