La Asl di Latina, per far fronte all’emergenza coronavirus, aveva preso decisioni importanti rimodulando e riorganizzando personale e strutture. In questo cotesto aveva anche stabilito che a decorrere dal 5 marzo tutti i 7 Punti di assistenza territoriale modificassero l’orario da quello precedente, organizzato su 24 ore, alle sole ore diurne con orario 8 – 20.
Con altre due ordinanze la chiusura notturna è stata prorogata fino a nuova disposizione. “Ora, a seguito dell’avvio da parte del Governo della Repubblica della “Fase 2” dell’epidemia – Franco Brugnola, promotore del comitato di difesa del Ppi di Sabaudia – sono venute meno le motivazioni che hanno spinto l’azienda a procedere alla riduzione dell’orario.
La Regione Lazio a sua volta ha già impartito disposizioni per la ripresa dell’attività di specialistica ambulatoriale (visite e accertamenti diagnostici) precedentemente sospesa per ragioni precauzionali. A maggior ragione si ritiene che debba essere riattivata l’apertura notturna del servizio dei PAT in quanto parte integrante del servizio di emergenza sanitaria territoriale. A ciò si aggiunga che a seguito della eliminazione dei vincoli alla mobilità dei cittadini si prevede un notevole incremento delle presenze nella città e quindi degli accessi al Pat anche nelle ore notturne”.
Il Comitato per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia ha pertanto inviato una lettera al direttore generale dell’Azienda sanitaria locale, Giorgio Casati, al Direttore sanitario Giuseppe Visconti, al direttore del Dipartimento di assistenza primaria Belardino Rossi e al Coordinatore delle attività dei PAT Salvatore di Somma per chiedere di riattivare “il servizio dalle 20 alle 8 al più presto e comunque entro il 30 maggio ricostituendo al contempo l’organico medico ed infermieristico”.