Il tavolo di lavoro istituito dall’amministrazione comunale di Sabaudia per valutare l’opportunità di presentare osservazioni al Piano del Parco prima della definitiva approvazione ha sollevato qualche perplessità sul modus operandi. Si teme che la possibilità di presentare osservazioni migliorative venga sprecata con inutili quanto intempestive prese di posizioni che allo stato dei lavori non potrebbero essere neanche valutate laddove si vuole avere la pretesa di rifare il piano già adottato.
La riflessione appartiene a diverse componenti del tavolo “tecnico” che sono rimaste stupite dall’esternazione dell’assessore all’urbanistica del Comune di Sabaudia, l’ingegnere Innocenzo Angelo D’Erme, volta ad alimentare aspettative inimmaginabili per le strutture turistiche ricettive del lungomare. Un’entrata a gamba tesa in un processo politico-amministrativo faticosamente costruito sul delicato contesto normativo che regola l’ambiente del Parco del Circeo al centro di convenzioni internazionali di tutela ambientale. Al pari non è stata ben compresa la dichiarazione del sindaco Giada Gervasi, affidata ad una nota stampa del Comune alcuni giorni fa, con la quale affermava di essere “pronta a dare battaglia a tutela della comunità che rappresenta sulle questioni che possono creare pregiudizio alla città”. Un concetto che di per sé è anche meritevole per un sindaco che si schiera apertamente in favore della sua città ma che in questo caso lascia sul fronte opposto l’Ente Parco a dispetto della collaborazione istituzionale. Tra gli scontenti c’è chi tace per paura di appesantire il clima, chi ha abbandonato il tavolo sbuffando ma anche chi ancora ci crede e vuole andare avanti cercando di offrire il proprio contributo per il bene della bella Sabaudia.
L’invito è quello di riprendere il percorso “giusto” per supportare i cittadini a presentare osservazioni migliorative al Piano del Parco senza alimentare false speranze atteso che il “Piano del Parco è certamente un’occasione unica per il futuro del territorio di Sabaudia ed è una sfida alla capacità di progettare il divenire in sintonia perfetta con i valori intrinseci, universalmente riconosciuti, di queste terre”, afferma il geometra Vincenzo Borrelli che il piano – 1.200 pagine – se l’è studiato da cima a fondo comprendendone le diverse sfaccettature in quanto conoscitore del territorio e dei risvolti della pianificazione territoriale avendo ricoperto il ruolo di assessore all’urbanistica quale membro tecnico della giunta dell’ultima stagione di Maurizio Lucci. “Lo studio del Piano – afferma Franco Brugnola, anche lui componente del tavolo di lavoro e già consigliere comunale di opposizione – è fondamentale per promuovere osservazioni. Invece in un incontro ho sentito lamentele inerenti, ad esempio, all’assenza di piste ciclabili. Ecco, questa è la dimostrazione che si arriva al tavolo senza conoscere il Piano: nel caso specifico posso affermare senza paura di essere smentito che di piste ciclabili, se proprio vogliamo, ce ne sono anche troppe”.
Per Borrelli “governare la complessità di un territorio dai valori assoluti è estremamente impegnativo” e per questo occorre che “gli strumenti di pianificazione oltre ad essere ragionati siano in grado di interpretare le esigenze del territorio”. “Occorrerà quindi verificare – afferma l’ex assessore all’urbanistica – che questo strumento sia in grado di guidare in sintonia le linee di tensione implicite nel corpo sociale e nel contesto produttivo con le vocazioni altissime del Territorio trovando nuove congruenze, rotte più adesive e raffinate, capaci di implementare brand di prodotto, di appeal del territorio con la magnificenza di questo contesto geografico. Il Piano del parco, quindi, non deve essere inteso solo come uno strumento urbanistico di valenza ambientale di cui approfondire le possibilità di realizzare nuovi edifici o volumetrie ulteriori, ma è l’occasione di programmazione di uno sviluppo sostenibile, all’altezza dei tempi, che sappia interpretare le esigenze attuali e future facendole confluire in un unicum in grado di contemperare la tutela ambientale con l’ordinato sviluppo urbanistico e delle attività economiche, senza far pesare oltre ogni limite il regime vincolistico”.
Brugnola, dal canto suo, ricorda al Comune di Sabaudia che molto si può ancora aggiungere in segno positivo al Piano del Parco nel Regolamento che deve essere “scritto” e che potrà contenere eventuali deroghe. Della serie, mai fasciarsi la testa prima di essersela rotta.
“Potrebbe essere sbagliato infatti privilegiare il pensiero di una interpretazione meramente conservativa, di imbalsamazione, con una sorta di congelamento – afferma Borrelli -. Il territorio cammina in sintonia con la storia dell’uomo; bloccare questo processo significa innescare tensioni nel sistema i cui esiti potrebbero essere devastanti nel lungo periodo, in quanto il territorio segna passo dopo passo la memoria della storia dell’uomo, e questi due elementi, territorio e uomo, camminano in simbiosi passo dopo passo. L’occasione delle osservazioni, quale strumento di partecipazione democratica alla formazione degli strumenti di pianificazione – aggiunge Borrelli entrando nel merito della questione -, va quindi orientata alla proposizione di correttivi che siano in grado, per quanto possibile, di superare le criticità che potrebbero pregiudicare lo sviluppo sostenibile della città, ricercando le giuste intese per realizzare sinergie utili all’interesse comune. Questo obiettivo dipende sì dalla buona volontà degli attori coinvolti nel procedimento ma soprattutto dalla prospettiva che si ha per il futuro del territorio”.
Brugnola dal suo blog offre al dibattito acceso in questa calda stagione la chiave di volta del Piano del Parco, ovvero l’analisi Swot, che è lo strumento di pianificazione strategica elaborato da Albert Humphrey usato per valutare i punti di forza (strengths), debolezza (weaknesses), opportunità (opportunities) e le minacce (threats). Per quanto riguarda il Parco nazionale del Circeo l’analisi è stata elaborata dal professor Matteo Giuliano Caroli della Luiss e potrebbe benissimo essere estesa a tutti i Comuni che compongono l’ente.
“Il tema del Piano del Parco è molto importante per il futuro di queste città – conclude Brugnola -, l’opportunità di presentare formalmente le osservazioni spero non vada sprecata dietro interessi che nulla hanno a che vedere con la collettività”.