Un’altra ondata di maremoto si è abbattuta sul lungomare di Latina. Il Comune ha emesso ordinanze di demolizione dei lidi posti sotto sequestro e di ripristino dello stato dei luoghi. In fondo c’era da aspettarselo, considerando la linea dura intrapresa dagli uffici municipali con l’arrivo del commissario prefettizio Giacomo Barbato. A inizio 2016 le concessioni demaniali erano state dichiarate decadute a seguito del mancato smontaggio di chioschi e pedane entro fine ottobre del 2015 in violazione del titolo che sebbene pluriennale era stato rilasciato a carattere stagionale in linea con il vigente Piano di utilizzazione degli arenili. Questione che ha comportato, parallelamente, il sequestro di nove stabilimenti balneari ordinati dai Gip su richiesta della Procura per violazione al Codice della Navigazione (abusiva occupazione del pubblico demanio marittimo), come accertato dal Nucleo investigativo della Forestale di Latina. E sebbene le decadenze siano state sospese dal Tar, il Tribunale del riesame ha giudicato l’intervento della Procura corretto, respingendo così l’istanza di un operatore, il titolare di Nausicaa, di dissequestro.
Le ordinanze di demolizione e ripristino, firmate da Giovanni Della Penna, dirigente del Servizio politiche di gestione e assetto del territorio, fanno seguito ad un’integrazione dei fascicoli a carico degli operatori per violazioni di carattere edilizio. L’abuso ipotizzato consiste nel superamento del limite del permesso a costruire, anche questo a carattere stagionale. Insomma, da qualsiasi angolo la si guardi questa faccenda emerge l’illegittimità della permanenza delle diverse strutture nei mesi invernali. Le ordinanze pubblicate all’albo pretorio sono cinque i lidi Nausicaa, Amarilly, Enea, Egea e Altea. I titolari dovranno provvedere, entro trenta giorni dalla notifica, a sbaraccare. Si tratta di smontare chioschi, strutture ombreggianti, piscine, idromassaggi, pedane e strutture rialzate per bagnini.