L’ombra del nonnismo cade di nuovo sulla scuola di volo di Latina e il 70esimo Stormo. Un’allieva sarebbe stata ripresa e derisa dal suo istruttore in una missione, evento che l’avrebbe confusa tanto da non permetterle di superare il corso.
Giulia a seguito del superamento del concorso per l’ammissione di dieci allievi ufficiali di complemento dell’Arma Aeronautica, ha iniziato il corso di pilotaggio aereo il 7 gennaio 2019. Lo stesso giorno ha preso servizio presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli ed è stata trasferita, il 14 gennaio successivo, presso il 70° Stormo “G.C. 3 Graziani di Latina”, per il conseguimento del brevetto di pilota d’aeroplano.
Dopo aver intrapreso 8 missioni l’allieva è riuscita a superare il primo esame. Il giorno dell’esame finale, tuttavia, in vista del volo da solista, l’istruttore le ha chiesto di ripetere la prova poiché il primo degli atterraggi effettuati non era apparso convincente.
Dopo soli tre giorni la prova è stata ripetuta, ma anche il nuovo istruttore ha contestato la correttezza di alcune delle manovre. Le ragioni delle carenze, però, secondo gli avvocati della giovane, tra cui Gianmarco Poli del foro di Roma, che hanno presentato ricorso al Tar del Lazio, sarebbero da ricondurre al comportamento non conforme alle regole dell’istruttore che l’avrebbe filmata e nell’atteggiamento “di generale derisione e scherno”, come si legge nel ricorso.
Lo stesso istruttore ha ammesso di aver ripreso la ragazza con un cellulare, spiegando però di averlo fatto perché non sarebbe riuscito ancora a far capire alcuni passaggi all’allieva e cercando così di mostrarle gli errori. Ha negato di averla derisa, ma ha comunque detto di aver mostrato il video in forma anonima ad un altro frequentatore più anziano del corso per chiedere se lui in qualche modo vedeva gli errori commessi.
Sempre nel ricorso gli avvocati contestano la forma anonima, spiegando che la ragazza era l’unica donna del corso, quindi facilmente riconoscibile, anzi spiegano che il trattamento sarebbe stato riservato esclusivamente a lei, dicono “in spregio a ogni criterio di equità e imparzialità”. “Non lo ha mostrato soltanto ad una persona – ha spiegato Giulia raggiunta al telefono – ma ad almeno 6 o 7 che ridevano divertiti. Li ho visti dopo aver posato il casco e il paracadute”
“Un tale atteggiamento, fuori da ogni standard – spiegano sempre i difensori dell’allieva – si ripercuoteva immediatamente, sia sulla formazione tecnica dell’allieva – rendendo infruttuose e inefficaci le missioni intraprese a e compromettendo la linearità e continuità dell’apprendimento – sia sulla sua tenuta emotiva, posto che l’atteggiamento di generale scherno subito la turbò profondamente, gettandole addosso un senso di profonda inadeguatezza e insicurezza nell’affrontare l’esame conclusivo”.
All’esito negativo delle prove, nonostante la ragazza avesse fatto presente quanto accaduto, il Ministero della Difesa l’ha espulsa.
“Da un punto di vista psicologico è stato un abbattimento – ci ha spiegato Giulia – In un primo momento ho pensato anche che fosse colpa mia, solo poi mi sono resa conto che il comportamento dell’istruttore non era corretto. Ho cercato all’interno dell’Aeronautica qualcuno che comprendesse le mie ragioni, qualcuno anche che si esprimesse sull’uso del cellulare durante una missione, ma i manuali non contemplano questa evenienza perché non sono aggiornati. L’ultimo risale a 10 anni fa quando i telefonini non erano così evoluti”.
L’allieva non si è arresa e chiede ora di essere riammessa. Il Tar si è pronunciato sulla sospensiva, rigettando quindi la richiesta di sospendere le decisioni prese dalla scuola di volo relativamente all’espulsione dal corso della ragazza. Nel merito si pronuncerà in un’udienza che ancora non è stata fissata.
Non si tratta del primo caso di nonnismo, se accertato, avvenuto all’interno della scuola di volo di Latina. Qualche anno fa ne fu vittima la 20enne Giulia Schiff.
Proprio qui sarebbe stata sottoposta al “battesimo del volo”. Dopo la prova di volo, quella che se superata, manda dritti dritti all’accademia di Pozzuoli dove si può conseguire il brevetto, i commilitoni avrebbero preso Giulia Schiff in spalla e le hanno fatto tirare testate all’ala di un aereo. Al termine, sarebbe stata lanciata in piscina. Dopo questi gesti, sarebbero seguiti applausi e complimenti, come una prova superata. Il tutto è documentato da un video, che ha permesso alla giovane di essere reintegrata.
L’Aeronautica Militare ha spiegato, da parte sua, che l’allieva è stata espulsa perché giudicata “non idonea al pilotaggio” e non avrebbe rilevato “alcun tipo di vessazione né trattamenti non consoni alla sua figura di allieva”.