Tutto ruota attorno al parcheggio di 17mila metri quadrati realizzato a servizio del megastore Globo che la società abruzzese Cosmo spa voleva aprire alle porte di Latina.
Lo si era già capito dall’ordinanza di sequestro emessa dal Gip Mara Mattioli eseguita il 28 luglio scorso, presso il sito dell’ex Seranflex di Borgo Piave, al chilometro 69, 600 della Pontina. I sigilli, infatti, erano scattati sulla base dell’ipotesi di reato di lottizzazione abusiva, come evidenziato dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, determinato dalla realizzazione del parcheggio in zona agricola, senza che fosse mai stata approvata una variante urbanistica, in continuità con i lavori svolti per la realizzazione del centro commerciale. “Tralasciando” lo storico nodo del cambio di destinazione illegittimo del fabbricato, sanato col trucco e graziato dalla prescrizione, pronto per ospitare una superficie commerciale di 7.330,05 metri quadrati, gli inquirenti hanno focalizzato la loro attenzione proprio sul parcheggio.
La Procura della Repubblica sembra aver aperto il vaso di Pandora. Dopo il sequestro, infatti, spunta un certificato urbanistico rilasciato dal Comune di Latina che nel 2014 accerta la destinazione rurale del terreno, all’epoca di proprietà Mimosa Park, sito in zona H del Piano regolatore generale. Una ciliegina sulla torta dell’inchiesta, poiché il legale rappresentante della Cosmo, Nicola Di Nicola, finito nel registro degli indagati insieme ad altre sei persone, ascoltato dagli inquirenti, avrebbe riferito a testimonianza della sua buona fede di una variante urbanistica che però agli atti sarebbe risultata inesistente e confusa con un regolamento a carattere commerciale. Insomma, come se il Comune si fosse mosso su un doppio piano. Da una parte la certificazione “agricola” (per altro rilasciata da chi ha rilasciato il permesso a costruire), richiesta per ragioni fiscali dell’ex proprietà, e dall’altra la manovra del regolamento camuffato in variante che di fatto ha favorito l’acquisizione da parte della Cosmo. Insomma, un pasticcio infinito che ha spinto il Pm Miliano a delegare ancora una volta il Nucleo investigativo della forestale ad ulteriori accertamenti.
Questa mattina, infatti, gli agenti sono tornati in Comune, presso l’ufficio urbanistica, per acquisire l’estratto del Piano regolatore regionale e le relative norme tecniche di attuazione che non potranno che confermare la destinazione agricola del terreno e la prescrizione della inedificabilità assoluta entro una fascia di rispetto di 40 metri dai margini della carreggiata della Pontina. In altre parole, gli investigatori della forestale avrebbero accertato che il parcheggio non poteva essere realizzato in quanto zona agricola e che qualora fosse stata richiesta ed approvata apposita variante l’estensione dei posti auto si sarebbe notevolmente ridotta per effetto della fascia di rispetto.