Si è svolto presso il Circolo Cittadino di Piazza del Popolo la conferenza stampa indetta dai responsabili di Codici e AssoConsItalia con la quale si è voluto fare chiarezza riguardo la recente sentenza del TAR sulla vicenda estumulazioni di circa tremila salme al Cimitero di Latina.
Sarebbe scaduto il periodo delle rispettive concessioni d’uso delle loro sepolture, per questo il Tar ha valutato inammissibile il ricorso presentato dagli avvocati di AssoConsItalia e Codici. Su questo però non sono d’accordo le due associazioni che promettono impegno e vicinanza alle famiglie colpite dalla vicenda.
Insieme ad Antonio Bottoni, responsabile di Codici Latina, l’associazione che ha voluto fortemente il ricorso ed ha cercato di far valere dei principi di diritto, era presente anche Daniele Mazzoli, presidente nazionale di AssoConsItalia, l’altra associazione che ha aderito al ricorso, nonché gli avvocati Francesco Di Ciollo ed Annamaria Romeo, che hanno curato le tante istanze avanzate nei confronti della magistratura amministrativa.
Il responsabile di Codici, ha ripercorso le vicende amministrative che hanno costretto a presentare il ricorso a nome di numerosissimi cittadini che hanno creduto nella bontà dell’iniziativa, il cui effetto, come spiegato molto bene dei legali, non è stato quello di costringere i concessionari delle sepolture a pagare per la prosecuzione delle sepolture né quello di accettare obtorto collo l’estumulazione dei propri cari.
Mazzoli ha sottolineato come agli occhi dell’opinione pubblica giunga solo una parte delle attività poste in essere dalle due associazioni miranti a tutelare i diritti dei cittadini.
I due legali hanno spiegato che il TAR, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha emesso una sentenza dagli stessi definita “salomonica” perché pone in capo al Comune di Latina l’obbligo di effettuare singole istruttorie, quindi con il coinvolgimento individuale dei cittadini concessionari e che, solo al termine delle procedure attivate, con riferimento al Regolamento cimiteriale approvato ad aprile del 2021, come dispone l’organo di Giustizia amministrativa, “potrà adottare specifici provvedimenti, anche di pronuncia di decadenza, della concessione, solo in quel caso “attualmente” lesivi per gli interessati, che potranno impugnarli unitamente al suddetto Regolamento, se applicato come atto presupposto”.
Quindi, sempre secondo l’analisi degli avvocati che hanno cercato di spiegare ai tanti cittadini accorsi al Circolo di Piazza del Popolo, il TAR non ha annullato la procedura di pretesa estumulazione delle salme dei cari appartenenti ai ricorrenti ma ha riportato le procedure nell’alveo del coinvolgimento nel procedimento amministrativo dei singoli concessionari, i quali dovranno essere chiamati a partecipare al procedimento, il quale non è assolutamente detto a priori che si concluderà con una dichiarazione di decadenza.
Oltretutto, i cittadini che il Comune dovrà coinvolgere nella procedura non saranno soltanto coloro che hanno presentato il ricorso e gli aderenti, ma dovranno essere tutti quelli nei confronti delle cui salme di riferimento vi è una qualsiasi pretesa di estumulazione con o senza la volontà dei concessionari.
Codici ha tenuto a precisare che la conferenza stampa non aveva il fine di convincere le persone a rifiutare a priori le estumulazioni o altre soluzioni a titolo volontario, bensì semplicemente a consentire di prendere le loro decisioni in maniera informata e consapevole.