Dopo il successo di pubblico ottenuto a Cisterna il 6 novembre scorso, #iovotono – il movimento contro la riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi che fa riferimento a Gustavo Zagrebelsku e Alessandro Pace – ha organizzato, in collaborazione con il Movimento Cinque Stelle, un incontro pubblico anche a Latina. L’appuntamento è per il 26 novembre, con inizio alle 18, presso l’hotel Europa. Tra i relatori l’avvocato Emanuele Petracca, che coordina il Comitato del No nel capoluogo pontino e in provincia, con “Pesi e contrappesi nella Riforma”, Antonio Pileggi con “Lo spirito costituente”. Previsto anche un intervento di Giovanni Maria Flick, già ministro della Repubblica Italiana e presidente della Corte Costituzionale. All’incontro, moderato dal giornalista Ivan Eotvos, del Giornale di Latina, il consigliere regionale del M5s Gaia Pernarella.
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L’avvocato Petracca del foro di Latina, referente del Comitato per il No al Referendum Costituzionale, mette a disposizione degli elettori le sintesi del convegno “Capire la Riforma” organizzato a Cisterna.
Rischio di stravolgimento degli equilibri costituzionali – sinossi Petracca
PESI E CONTRAPPESI NELLA RIFORMA COSTITUZIONALE
Lo Stato Moderno è caratterizzato da una tripartizione dei Poteri: il Potere Legislativo, (Parlamento), il Potere Esecutivo, (Governo) e il Potere Giudiziario (Giudici).
Poteri indipendenti e separati, ma che normalmente, ogni giorno, e in ogni Stato, cercano di prevalere l’uno sull’altro.
Ebbene, il sale della democrazia consiste nel sapiente bilanciamento, di questi Poteri, o nei casi in cui sia sia stata una preminenza di uno sull’altro, dover e saper ripristinarne l’equilibrio.
Tutte le forme di Governo democratico presenti nel mondo (Presidenziale, Semipresidenziale, Parlamentare) derivano da questa tripartizione. E da questo equilibrio.
Un equilibrio delicato dunque.
E in tutte le forme di Governo democratico, nel mondo, per garantirlo, si sono escogitati un sistema di pesi e contrappesi.
All’interno del Potere Legislativo, lo si trova grazie alla presenza, nel Parlamento (o il Congresso statunitense, o l’Assemblea Nazionale francese), di due camere, ‘Camera alta’ e ‘Camera bassa’, che si controllano a vicenda, di composizione diversa ma con le stesse prerogative di legge, in modo che possano arricchire le Leggi che esaminano con la loro differente visione (così come succede in Italia (Parlamentare), in U.s.a. (Presidenziale) o in Francia (Semipresidenziale)).
In questo modo ogni ramo è guardiano dell’altro, smussando le interperanze legislative dell’altra Camera e soprattutto coinvolgendo in questo processo delicato di arricchimento e ‘fermentazione’, anche le opposizioni.
La separazione dei Poteri fa si per esempio che il Potere Esecutivo non abbia la facoltà di iniziativa Legislativa (in America per esempio la possono proporre solo i deputati e i senatori del Congresso, nel cui ambito quindi nascono e vengono approvate le Leggi), o se la ha, come in Francia, questa deve però essere esaminata, senza limiti di tempo dal Potere Legislativo per essere approvato.
In Italia, attualmente, col nostro sistema Parlamentare, l’Esecutivo ha eccezionalmente l’iniziativa di legge, solo con un limite di tempo; in particolare queste hanno 60 giorni per diventare Leggi in Parlamento: sono i noti decreti legge, che vengono emessi in situazione ‘speciali’, di particolare urgenza; è proprio in virtù di questa particolare urgenza che i tempi in Parlamento son contingentati: si sacrifica la fermentazione tra le due Camere e soprattutto l’arricchimento delle opposizioni per un fine ancora più ‘alto’ quello della Nazione, appunto in situazioni di contingente necessità.
Ne è un triste esempio il terremoto che ha colpito recentemente l’Umbria, le Marche e il Lazio.
LA RIFORMA COSTITUZIONALE
Ebbene, la riforma così come è stata concepita STRAVOLGE gli equilibri che prima son stati descritti.
All’interno del Potere Legislativo, nel Parlamento, il Senato verrà atrofizzato.
Infatti oltre ad essere declassato non rappresentando più lo Stato Italiano (ma conservando però la prerogativa di immunità parlamentare), gli viene compressa la potestà legislativa solo per una manciata di Leggi.
Così viene meno il meccanismo di regolazione di garanzia di una Camera rispetto all’altra. Le leggi verranno approvate da una sola Camera e non ci sarà la fermentazione prima descritta.
E quindi non ci sarà la garanzia dell’opposizione di poter fattivamente partecipare al processo di formazione e di arricchimento delle leggi.
Faccio presente che in Diritto Costituzionale comparato non ci sono esempi del genere, a meno che non si ricorra ad altri bilanciamenti adeguati.
Altro più grave stravolgimento è quello che riguarda il rapporto tra il Potere Legislativo e quello Esecutivo.
Spesso il promotore della riforma, chiedeva specificatamente qual’era la norma che avrebbe potuto dare direttamente tanto potere al Presidente del Consiglio dei Ministri.
In effetti la norma non c’è. Ma c’è invece una norma che da il massimo potere alle sue iniziative di legge.
La cd. clausola di priorità.
L’esecutivo infatti ha la possibilità di apporre questa clausola, ogni qual volta ritenga che una legge o un pacchetto di leggi siano necessari e indispensabili al proprio indirizzo di Governo. In questo caso il Parlamento dovrà cessare di svolgere ogni tipo di attività per dedicarsi specificatamente a questo pacchetto di leggi ed approvarlo in tempi brevi: 70/85 giorni!
Sancisce quindi la PRIORITA’ e non l’URGENZA.
In questo modo si ha uno sbilanciamento INACCETTABILE dei Poteri.
Il Potere Esecutivo infatti, svolgerà anche il Potere Legislativo, perchè il Parlamento, che è la vera sede del Potere Legislativo, dovrà sacrificare un analisi compiuta per via del tempo contingentato.
Ricordate quando vi parlavo della naturale propensione dei Poteri a prevalere l’uno sull’altro?
Ben, questo non è altro che un ennesimo tentativo: la Riforma Costituzionale che sbilancia i Poteri, e il cui input dovrebbe venire dal Parlamento (unico organo eletto dal Popolo) è invece proposta direttamente dal Governo.
E’ il Governo infatti che l’ha promessa agli italiani prima di insediarsi, ed è infine il Governo che la sta spingendo in questa interminabile propaganda elettorale in cui si vuol far credere di poter correggere un problema che è solo POLITICO, attraverso una ‘correzione’ Istituzionale.
Di fronte a questo tentativo di prevaricazione del Potere Esecutivo sugli altri Poteri, spetta a noi, il Popolo Italiano, dover respingere e ripristinare l’equilibrio.
Respingiamo tutti insieme questa proposta di riforma, votando il 4 dicembre NO.
Avv. Emanuele Petracca
Effetti finanziari della Riforma – sinossi Grisotto
La riforma ed i suoi effetti sull’economia
Sono stati evidenziati in particolar modo i possibili effetti della riforma Costituzionale per l’economia nazionale.
In particolare si è focalizzata l’attenzione sulle modifiche che riguardano più da vicino l’economia reale ponendo l’accento sui suoi effetti prendendo spunto gli esempi del passato e gli studi economici oggi esistenti.
In primo luogo si è affermato che non è possibile affermare a priori gli effetti positivi o negativi per l’economia della Riforma per la novità e complessità di alcuni suoi articoli art. 70 e 117 Cost, che varieranno equilibri istituzionali consolidati nel tempo ed inoltre perché gli effetti sull’economia discendono dalle politiche economiche che i governi futuri attueranno, assolutamente imprevedibili per una miriade di fattori.
L’analisi condotta ha quindi posto l’accento su alcune differenze che la riforma comporta in tema di variazioni delle competenze Stato/Regione (commercio estero, energia, lavoro e sanità), e quindi i loro possibili effetti (poliche economiche non di scala in danno delle PMI e delle piccole economie locali).
L’analisi quindi si è incentrata anche sui presunti risparmi della spesa pubblica e sulla presunta rapidità nella approvazione delle leggi, elementi che dovrebbero favorire la competitività del Paese su scala internazionale. Si è esposto che non solo i risparmi indicati dal Governo non rispecchiano i dati contabili effettivi, comportando addirittuta in alcune settori probabili aumenti (riforma delle provincie – aree territoriali, modifiche delle competenze stato regione – conflitti di competenza a frotne della clausola di supremazia), ma anche una riduzione di spesa assolutamente inidonea a essere utile per le casse dello Stato.
Così sul quadro esposto e sulla base del sistema monocamerale di fiducia si è evidenziato che proprio sulla base degli studi economici di Leymore 1992 sulle eccessiva attività legislativa nel sistema monocamerale e di episodi corruttivi, nonché di Tullock e Bachaman 1962 sui maggiori costi esterni del sistema con fiducia senza maggioranza qualificata, In tali apparati istituzionali con monocamera e/o bicameralismo imperfetto si riscontrano voci di spesa pubblica maggiori, come emerso da un studio di Plümper and Martin del 2003 su 83 Paesi per il periodo 1975-1997.
Di conseguenza il nuovo modello genererà un aumento di spesa pubblica, con impatto sui cittadini, ovvero l’esatto opposto di quanto rappresentato in Parlamento e in questo periodo di campagna elettorale.
Marco Grisotto
La forza del No nella democrazia Costituzionale – sinossi Russo
Sintesi dell’intervento di Franco Russo (Comitato nazionale del NO)
Cisterna 6 novembre 2016
C’è un nesso tra Prima Parte della Costituzione e Seconda Parte: la prima stabilisce i diritti e la seconda l’ordinamento della Repubblica. E il nesso è rappresentato dall’articolo 3 che prescrive come compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Modificare la Seconda Parte (ben 47 articoli!) dunque significa alterare gli equilibri definiti dalla Carta costituzionale.
Se si stravolge il sistema elettorale per ridurre le elezioni a investitura del governo vuol dire che il Parlamento diviene un appendice dell’Esecutivo, e il regime parlamentare si trasforma in ‘democrazia maggioritaria’ con la lesione dell’articolo 92 che affida al Capo dello Stato il compito di nominare il Presidente del Consiglio – l’opposto della democrazia costituzionale.
Ulteriore sfregio del Parlamento è la previsione del voto a data certa che lede l’autonomia del Parlamento nel decidere l’ordine dei suoi lavori
La deforma Renzi-Boschi non supera il bicameralismo paritario, anzi introduce un bicameralismo confuso (Gaetano Azzariti), moltiplicando le procedure legislative.
L’innalzamento del numero di firme per le proposte di legge di iniziativa popolare, portate a 150.000, dimostra che non si vuole far avanzare la partecipazione popolare.
Con la proposta di revisione del Titolo V si concentra nello Stato una serie di competenze che hanno come sede naturale le Regioni, che diverrebbero dei semplici organi amministrativi: territorio, salute, infrastrutture, ambiente sarebbero sottratti alle decisioni degli enti regionali. Un accentramento inaccettabile.
Questi sono sei buoni motivi per votare NO
Il nodo del Senato della Repubblica – sinossi Fattori
Vi ricordate quando salimmo sui tetti per difendere l’art 138? Ecco, loro, all’improvviso, videro minacciate le loro poltrone perché entrò nel parlamento un gruppo di cittadini che nulla avevano a che fare con i loro interessi e le loro finte ideologie. Noi salimmo sui tetti perché volevano fare la riforma costituzionale derogando l’articolo che detta i modi ed i tempi che devono essere utilizzati per modificare la costituzione.
Entriamo nel merito della riforma. Bisogna analizzarla insieme alla legge elettorale cosiddetta ITALICUM. Pensate che questa legge elettorale iper maggioritaria che ci dice che, chi avrà più del 40% alle elezioni, prenderà 340 seggi su 630. In un sistema bipolare ci potrebbero essere due partiti che prendono più del 40% e gli spetterebbero,per legge, 680 seggi su 630. Ecco una prima grande anomalia.
Seconda anomalia?Il ballottaggio. Il ballottaggio e’ stato inserito per poter affibbiare al partito che potrebbe anche rappresentare il 10% del paese la maggioranza assoluta della camera. Quindi,il partito di maggioranza della camera, data dall’”ITALICUM”, potrà eleggersi il proprio Governo ed il suo Presidente del Consiglio dei Ministri. Ecco perché si dice che ci sarà solo un uomo al comando.
Oggi i sondaggi, danno come vincitore alle prossime elezioni il M5S. Proviamo ad analizzare cosa accadrebbe in questo caso, cioè , dove abbiamo alla Camera una maggioranza del M5S e al Senato una maggioranza del PD (avrebbero 55\60 consiglieri regionali in Senato). La legge che deciderà come verrà nominato il nuovo Senato verrà fatta dopo le prossime elezioni con una legge bicamerale, quindi, senza tener conto delle opinioni dei cittadini italiani. Ora, il Senato della Repubblica sarà eterno,non potrà essere sciolto dal Presidente della Repubblica ma si rinnoverà ogni qualvolta i suoi rappresentanti avranno finito il loro mandato nelle istituzioni in cui sono stati eletti. Senatori che non avranno il vincolo di mandato e non potranno essere richiamati e tolti dal Senato se non portano quello che ha deciso il Consiglio Regionale. Ipotizziamo che si andrà al voto nel 2018. Quindi, nel caso in cui il m5s dovesse andare al governo non potrebbe avere nessuna influenza sul Senato, ed il Senato,in questa riforma, ha anche la funzione di recepire le direttive dell’UNIONE EUROPEA. Queste direttive hanno all’interno una trentina di leggi che spaziano sull’agroalimentare, l’etichettatura degli alimenti, l’ambiente,il gioco d’azzardo, leggi sulle banche come il bail in. Pensate che questo senato, in caso di elezioni nel 2018, rimarrà cosi’ come detto prima, fino al 2023. Su queste leggi rimarrà il bicameralismo perfetto.
Quali saranno i rapporti tra camera e Senato? Qualsiasi legge che approva la camera o leggi bicamerali e che avranno una conflittualità di conflitto di attribuzione (per esempio: un senatore dice che quella legge deve passare al vaglio del senato perchè ha all’interno una norma che potrebbe essere di competenza del Senato… . tutte leggi potrebbero avere un elemento che potrebbe essere avocato al nuovo Senato) dovrà essere risolto dal Presidente della Camera e dal Presidente del Senato. Allora, se i presidenti di Camera e Senato sono dello stesso partito tutto si risolverà senza problemi, mentre se ci saranno due presidenti di partiti diversi (per esempio ,la Laura Boldrini al Senato e Alessandro di Battista alla Camera) ci sarà il conflitto di attribuzione che bloccherà l’approvazione della legge. Questi signori hanno fatto questa riforma per blindarsi nel parlamento per almeno i prossimi 5 anni, perché non possono permettersi di uscire fuori di scena rischiando di vedersi un popolo italiano con un reddito di cittadinanza che lo renda libero. Per finire, questa riforma non avrà come conseguenza peggiore un premierato assoluto ma creerà un sistema che sarà un’azzecca garbugli quando si andrà a toccare determinati poteri. Questa riforma gli consentirà di rimanere al potere per almeno i prossimi 5 anni.
Il rapporto tra Stato e Regioni e la doppia Legislazione – sinossi Pernarella
Il m5s dice in modo fermo NO a questa riforma costituzionale portata avanti da un governo con degli atti antidemocratici e senza aver nessun titolo per poterla modificare. Una carta costituente che e’ stata già ritoccata diverse volte ma mai in un modo cosi’ sfacciato e spudorato.
Con la riforma del titolo V del 2001 fu inserita una norma che non obbligava i gruppi consiliari regionali di rendicontare tutte le spese che avevano per sostenere la loro attività politica e , dopo lo scandalo accaduto nella Regione Lazio sulle spese pazze, durante il governo Polverini, nel 2012,il parlamento, ha inserito, sempre nel titolo V della costituzione,l’obbligo di rendicontazione delle spese dei gruppi consiliari regionali tramite un modello che viene esaminato dalla Corte dei Conti. Noi del m5s, sempre nell’ottica dell’efficienza e risparmio,per le tasche dei cittadini, come gruppo consiliare, abbiamo 2 collaboratori condivisi con il gruppo m5s consiliare, mentre, gli altri, arrivano fino a 6 collaboratori.
Sento dire che con questa riforma lo Stato risparmierebbe 55 milioni di Euro. Pensate che, noi come gruppo consiliare del m5s, come tutti gli eletti del m5s in Italia, abbiamo fatto risparmiare a metà mandato, tagliandoci lo stipendio, la bellezza di un milione di euro, e siamo solo 7. Se sommiamo i nostri tagli con quelli di tutti gli eletti del m5s nelle istituzioni arriviamo ad un risparmio di decine e decine di milioni in piu’ rispetto a questi risparmi ipotizzati dai portatori del SI. Pensate, se tutti i rappresentanti dei cittadini facessero quello che noi già facciamo, quanti soldi si potrebbero ridare indietro ai cittadini. Quindi un risparmio semplicissimo concreto perché abbiamo la volontà e l’etica politica di farlo, senza andare ad intaccare i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale.
Per quanto riguarda i rapporti Stato- Regioni ci sarà tanta confusione istituzionale perché loro vogliono prendersi le competenze di alcune materie che oggi sono in mano alle Regioni. Ma, anche sotto questo profilo, non cambierà nulla, perché, nel caso in cui dovesse passare questa riforma, la “competenza concorrente” rientrerà dalla finestra tramite le “disposizioni generali e comuni” inserite nell’art 117. Ma prima bisognerà andare davanti la Corte Costituzionale che dovrà risolvere i vari contenziosi che ci saranno tra Stato e Regioni. Quindi ritorneranno le leggi cornice o quadro.
Chiudo dicendo che ,e faccio un appello a tutti i cittadini italiani, di essere consapevoli di quello che andranno a fare il 4 Dicembre e di ricordarsi chi sono queste persone che vogliono cambiare la nostra costituzione, di valutare bene tutte le riforme che hanno attuato in questo ultimo periodo,come il jobs act, che ha portato più precarietà lavorativa,la riforma della buona scuola che sta creando disagi agli insegnanti, alunni ed a i genitori e sta favorendo le scuole paritarie, riforma della sanità che sta tagliando sempre più risorse al Pubblico per portarle al privato, di pensare chi c’e’ dietro a questi governi, e cosa potranno continuare a fare se avessero questo ampio potere come scritto nella riforma e nella legge elettorale “ITALICUM”. Loro vogliono portare avanti una deriva autoritaria, o come l’ha chiamata Ferdinando Imposimato “ UN VERO E’ PROPRIO COLPO DI STATO BIANCO”
Le foto del convegno di Cisterna