Per anni simbolo di degrado, occupazioni abusive e spaccio, il Palazzo di Vetro di Latina comincia una nuova era grazie agli sforzi congiunti dei residenti e dell’amministrazione comunale. La scala I del civico 236, un tempo sinonimo di abbandono e pericoli, è ora un esempio virtuoso di cittadinanza attiva e impegno collettivo.
Ieri, il sindaco di Latina, Matilde Celentano, ha visitato l’edificio per incontrare i residenti, elogiandone il lavoro svolto. Gli inquilini regolari, guidati dall’avvocato Mirko Pannozzo, hanno raccontato degli sforzi fisici ed economici messi in campo per restituire decoro e sicurezza al condominio. Tra gli interventi realizzati: la pulizia completa dell’area, l’illuminazione della scala, la reintroduzione di un servizio di portineria e l’installazione di sistemi di videosorveglianza.
Un esempio di riscatto
“Questo ingresso era pieno di rifiuti, un luogo invivibile – ha spiegato l’avvocato Pannozzo –. Oggi, grazie alla determinazione dei residenti, è tornato a essere un ambiente decoroso e sicuro.” L’opera di riqualificazione ha previsto anche la tinteggiatura delle pareti, la sistemazione di cavi e l’inserimento di elementi decorativi come piante.
Il commento del sindaco Celentano
“Questo intervento dimostra come l’impegno dei cittadini, sostenuto dalle istituzioni, possa portare a una vera rinascita – ha dichiarato il sindaco Celentano –. Questo è un modello da seguire per tutta la città: un connubio tra senso civico e supporto delle autorità locali.”
L’impegno delle forze dell’ordine
La Polizia Locale, sotto la guida della comandante facente funzioni Sabrina Brancato e del responsabile Sicurezza Urbana Domenico Ligato, ha contribuito alla trasformazione dell’area con ispezioni regolari e interventi mirati. Gli sforzi delle forze dell’ordine, uniti alle denunce dei residenti, hanno allontanato gli individui responsabili del degrado, favorendo il ritorno alla vivibilità.
Oggi, il Palazzo di Vetro rappresenta un segnale positivo di cambiamento per la città di Latina: un luogo che rinasce, grazie al lavoro di chi lo vive e lo ama.