“La premessa è che non sono candidato, ho già dato rivestendo ruoli importanti a più livelli. Ma…”
Stefano Zappalà, classe 1941, due volte europarlamentare, si dichiara innamorato del territorio pontino e, sebbene da tre anni abbia lasciato il partito di Forza Italia che lui stesso ha fondato nel Lazio, ragiona da politico e affronta la realtà facendo quello che da laureato in Scienze Matematiche e Ingegneria Civile gli viene più naturale: i conti. Fa i conti con l’antipolitica che imperversa: “Vince Beppe Grillo, a Roma ha vinto Virginia Raggi e, nonostante i disastri che combina, il M5s non arretra di un punto nei sondaggi. L’altra sera vedendo Cartabianca alla tv mentre parlava Alessandro Di Battista, arrogante, ha incassato un gradimento superiore al 60%, il ministro Graziano Delrio che diceva cose importanti si è fermato al 40. A Latina ha vinto Damiano Coletta, con 10mila voto su una città di 120mila abitanti. Perché i voti, è bene sottolinearlo, sono quelli del primo turno. Se avessero concorso i cinque stelle, avrebbero vinto al posto di Latina Bene Comune. Durante la campagna elettorale mi sono anche ingrassato a furia di organizzare cene con i nove candidati di centrodestra per cercare una convergenza e fare gruppo: tutti scienziati; tanto vinco io. Insieme a Michele Forte ho cercato di convincere Marilena Sovrani: niente da fare, anche lei convinta di vincere. Ecco come ha vinto Coletta, al governo del capoluogo pontino con 10mila voti: una città allo sbando. A giugno ci sono le amministrative per diversi comuni in provincia. Se non li si vuole consegnare ai cinque stelle è necessario coalizzarsi per un’unica candidatura a sindaco sorretta da tutte le liste possibili, anche con simboli di partito, ad esclusione di Sel, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Se c’è questa volontà, si vince al primo turno. Diversamente, lo ribadisco, vince l’antipolitica. Al ballottaggio vince Grillo”.
Stefano Zappalà, questa mattina a Sabaudia, ha tenuto una conferenza stampa presso l’Hotel Oasi di Kufra, per lanciare la prima sfida: Sabaudia. Otto candidati sindaco? Secondo il teorema di Zappalà il futuro sindaco di Sabaudia sarà un grillino. Basta farsi due conti: con otto candidati nessuno vince al primo turno e di fronte alla litigiosità si punta al nuovo, il M5s che andrà al ballottaggio. Il concorrente sarà sicuramente sconfitto. La ricetta vale anche per gli altri comuni, “sia chiaro”, precisa.
Consigliere regionale del Lazio dal 1995 al 2000 (Governatore Badaloni), unico consigliere di Forza Italia eletto (opposizione); consigliere comunale azzurro a Latina dal 1997 al 2002 (mille preferenze); eurodeputato di FI dal 1999 al 2009 (ha mancato la terza elezione per un pugno di voti); sindaco di Pomezia dal 2002 al 2005, eletto al primo turno; consigliere comunale di Sabaudia dal 2007 al 2009; assessore regionale del Lazio dal 2009 al 2012, Stefano Zappalà ricorda anche il suo ruolo all’interno del partito che oggi non gli appartiene più: coordinatore provinciale dal ‘94 al ’97, coordinatore regionale dal ’94 al ’96, poi con l’uscita di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi, coordinatore regionale vicario (il titolare era Tajani) fino al 1997, capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo. Un curriculum di tutto rispetto… “Una mosca bianca – afferma -, ho rappresentato questo territorio a tutti i livelli senza mai essere raggiunto da un avviso di garanzia. Ho lavorato a stretto contatto con Renato Brunetta per anni, oggi non lo riconosco più in quello che gli sento dire. Come fai a dire alla gente di votare Forza Italia? Impossibile. Impossibile soprattutto da queste parti, dove elementi di spicco sono stati arrestati”.
Zappalà alla conferenza stampa non si presenta da solo. Con lui c’è l’ex consigliere comunale Amedeo Bianchi, coordinatore locale del Partito Democratico. Sono d’accordo per uno schieramento trasversale, di area di centro, per non lasciare Sabaudia in mano all’improvvisazione dei cinque stelle. “L’Italia è già in mano a loro – commenta l’ex eurodeputato -, facciamo in modo di salvare qualche città da chi non ha idea di come si amministri”. Bianchi è d’accordo ed è pronto a fare un passo indietro. Perché il piano Zappalà per Sabaudia prevede l’esclusione dalla competizione dei consiglieri uscenti, sia come candidati alla carica di consigliere che come candidati alla carica di sindaco. Quindi, per intenderci no a Giovanni Secci, no all’ex sindaco Maurizio Lucci eccetera eccetera. I partiti di riferimento potranno sostenere la candidatura a sindaco, che sarà scelto attraverso il sistema delle primarie, con una propria lista. Ecco, appunto, il Partito democratico ha già detto di sì. Una decisione che Bianchi non ha assunto in solitaria, si è consultato con il segretario provinciale Salvatore La Penna che gli ha risposto di “sì”. “Ho sempre detto di essere pronto a fare un passo indietro per il bene della città – afferma Bianchi -; non è una questione di poltrona ma di assicurare alla comunità un governo capace. La Penna è d’accordo. Sono certo che anche il senatore Claudio Moscardelli condividerà il progetto”. E fin qui il Partito democratico, che dalle elezioni del capoluogo è uscito sconfitto. Zappalà ora rischia di ingrassare di nuovo con il giro delle cene: a tavola evidentemente si ragiona meglio. Almeno lo crede. Ha già incontrato l’ex sindaco Lucci, che come è noto è in lista insieme ai suoi fedelissimi a sostegno della candidatura di Pasquale Capriglione. E come ha risposto Lucci? “Non ha risposto…”, afferma Zappalà. Onorevole, ma lei gli ha chiesto sostanzialmente di starsene a casa… “Sarebbe anche ora”, risponde alludendo al fatto che la gente è stanca di votare persone che hanno fatto della politica, ma più in generale della “poltrona” la loro unica occupazione. Sarà difficile che Lucci faccia un passo indietro: “Già, è scienziato pure lui, come quelli che dovevano vincere a Latina. Tutti amici miei, sia ben chiaro. Ma sono stati incapaci di fare i conti con la realtà dell’antipolitica”. Ha parlato anche con Giovanni Secci, il candidato sindaco di Forza Italia? “Con lui no, ma ho parlato con Claudio Fazzone e Giuseppe Simenone. Aderiscono al mio progetto”, risponde Zappalà (in questo caso se Secci dovesse andare avanti per la sua strada dovrebbe rinunciare al simbolo del partito). E il candidato sindaco di Cittadini al lavoro, Giada Gervasi? “Ho incontrato l’avvocato Gervasi. E’ convinta di vincere e mi ha detto di no. Mi auguro che cambi idea, altrimenti starà in Consiglio all’opposizione di un’amministrazione cinque stelle. Questo non è voler bene alla propria città”. Zappalà aggiunge di aver avuto un contatto anche con Enrico Tiero, segretario provinciale di Cuori Italiani: “Anche lui è favorevole al progetto”.
Zappalà attende conferme per la convergenza anti Grillo e insieme a Bianchi lancia la sfida per vincere a Sabaudia al primo turno. “Un’opportunità alla quale gli scienziati della politica non possono rinunciare. Se rinunciano perdono e se ne assumeranno tutta la responsabilità. Fare il bene di Sabaudia significa anche affidarla in mani sicure”.