E’ affidato a una lunghissima nota del Collegio docenti del Cpia 9 di Latina lo sfogo per la mancata soluzione di una sede idonea il per Centro provinciale istruzione adulti, che eroga corsi di lingua italiana agli stranieri e corsi di primo livello (licenza media). L’attuale sede è la scuola media Volta, nel capoluogo pontino, ma si possono utilizzare le aule solo nel pomeriggio, penalizzando così un’utenza che potrebbe frequentare solo la mattina, né si possono allestire le aule come sarebbe opportuno poiché le stesse aule sono usate al mattino dagli alunni delle medie e quindi di due l’una: o si allestiscono per una popolazione in età scolastica, o si allestiscono per una popolazione adulta.
Quindi, reclamano i docenti, o le signore abbandonano il lavoro per seguire i percorsi pomeridiani, oppure a gennaio 2020 rischiano seriamente di trovarsi tagliate fuori dal lavoro che svolgono da anni se non conseguiranno la licenza media necessaria per la stabilizzazione.
“La dicitura ‘centro provinciale – spiega il collegio – non deve indurre in inganno: la competenza per quanto riguarda l’edilizia e i servizi è del Comune. Si fa fatica ancora a spiegare che non sono corsi regionali e che non è una scuola privata: gli insegnanti sono dipendenti del Miur, così come tutto il personale. Il Cpia ha una sua autonomia, è insomma, ed è seccante doverlo puntualizzare ogni volta, una scuola pubblica, che ha tutti i diritti di una scuola pubblica. Il primo è avere una sede”.
Di seguito una parte del documento approvato all’unanimità dal collegio docenti che si è riunito oggi
Veniamo alla CRONACA DI UN TRASFERIMENTO ANNUNCIATO
– 2014: ai CPIA (che esistono in tutta Italia) viene riconosciuta l’autonomia e così si passa da sezioni serali delle scuole del mattino (CTP) a scuole autonome, con i propri insegnanti, il proprio personale ATA, la propria segreteria, la propria dirigenza;
Comunicato stampa del Cpia 9 Latina
Elaborato e approvato all’unanimità dal Collegio dei docenti del 7 marzo 2019
Pagina 2 di 3
– 2015: il CPIA di Latina chiede al Comune di Latina una sede propria, non facendo più parte
dell’I.C. Volta;
– 2016: tra Comune di Latina e Provincia di Latina viene stipulata una convenzione che
individua in un’ala dell’ex Sani-Salvemini di Viale Le Corbusier la sede idonea per il
CPIA;
– 2017: l’anno passa senza che neanche inizino i lavori. Il CPIA continua a rimanere in Via
Botticelli, utilizzando solo nel pomeriggio alcune aule dell’I.C. Volta. Con tutti i problemi
che una convivenza tra utenze così diverse comporta;
– 2018: il Comune di Latina comunica che a settembre (fissa anche il giorno, esattamente il
17) il CPIA potrà trasferirsi in Viale Le Corbusier. Va da sé, che, in prospettiva di poter
attivare corsi anche mattutini per l’anno scolastico 2018/2019, vengono accettate anche
iscrizioni subordinate alla disponibilità antimeridiana;
– Settembre 2018: in Viale Le Corbusier sono stati fatti solo alcuni sopralluoghi, i lavori non
sono neanche iniziati;
– Novembre 2018: iniziano i lavori, ma vanno molto a rilento poiché è iniziata la stagione
invernale e la pioggia ha danneggiato diversi istituti scolastici, quindi ci sono emergenze da
risolvere e i lavori si bloccano;
– Dicembre 2018: i lavori procedono. In vista del trasferimento, poiché la sede di Viale Le
Corbusier non ha gli arredi scolastici, vengono ordinate a una ditta specializzata 7 lavagne,
7 cattedre, 100 banchi e 100 sedie. Le spese per gli arredi sono sostenute in parte dal
Comune e in parte dal Cpia;
– 25 gennaio 2019: la DS del Cpia, prof.ssa Claudia Rossi, viene convocata in Comune a
Latina per comunicazioni. Ovviamente si pensa agli ultimi dettagli da mettere a punto per il
trasferimento. In questa sede invece verrà comunicato che la Provincia alienerà l’intero
immobile di Viale Le Corbusier e che non è assolutamente possibile il trasferimento in
quanto l’immobile viene richiesto libero da ogni vincolo.
– QUINDI AL 25 GENNAIO 2019 la situazione e’ la seguente: il Comune di Latina ha
speso per la ristrutturazione e per l’arredo, il CPIA ha speso per l’arredo e non c’e’
alcun trasferimento.
– LA BEFFA: il 28 gennaio arrivano le lavagne, che attualmente sono accatastate in
segreteria; per i banchi e le sedie si chiederà alla ditta di tenerli in magazzino;
– Inizia il TOTO-SEDE. Nel giro di pochi giorni vengono proposti:
– Un’ala libera del Vittorio Veneto, ipotesi che naufraga il giorno dopo poiché ci sarebbe
una convivenza promiscua con l’utenza del mattino;
– I locali di Latina Formazione e lavoro. Ipotesi che naufraga poiché i locali sono
disseminati in più punti della struttura, per cui si creerebbero seri problemi relativi alla
vigilanza e alle pulizie. Senza dimenticare che anche qui si verificherebbe una certa
promiscuità tra le due popolazioni scolastiche;
– La sede dell’Avis. Ipotesi che naufraga in pochi secondi. Impossibile ipotizzare una
convivenza con sale medicalizzate ecc.;
– La sede della Lipu. Non si hanno notizie certe in merito agli esiti del sopralluogo, ma
ovviamente non sarebbe una soluzione nel breve periodo, considerate le condizioni
dell’immobile.
Nel frattempo il Comune di Latina ha:
– Promosso nel 2018 il progetto “Do you speak italian” ponendosi “come finalità, in
attuazione dell’art. 3 della Costituzione, di promuovere un percorso reale di inclusione ed
emancipazione dei partecipanti. Le difficoltà di comunicazione rappresentano senza dubbio
uno dei primi ostacoli che un cittadino straniero incontra nel suo percorso di integrazione
nella nostra città ed è dunque di indiscutibile utilità promuovere percorsi di apprendimento
della lingua italiana”.
Praticamente il Comune, a primavera 2018 ha assolto il suo dovere di inclusione,
emancipazione ecc. promuovendo un corso di italiano, inserito tra gli interventi immateriali
del programma “Latina anche città di mare” e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Che in anni di lavoro il Cpia abbia accolto e istruito migliaia di persone italiane e straniere
è del tutto ignorato.
– Discusso la questione in Commissione cultura:
A novembre 2018
A febbraio 2019
Tante cose dette, nulla di fatto.
Come docenti del Cpia ringraziamo gli assessori (Antonella Di Muro, Gianmarco
Proietti, Emilio Ranieri) e i tecnici che hanno seguito con cura e responsabilità la
vicenda Cpia.
Ma dobbiamo pensare che lo abbiano fatto per propria coscienza
personale alla quale non corrisponde affatto un impegno e una volontà
politica del Comune di Latina che evidentemente sui temi dell’inclusione
ha le sue idee e non vuole interferenze.
Oggi è il 7 marzo e probabilmente, mentre questo comunicato stampa è in fase di
elaborazione, il Comune di Latina starà inondando le redazioni giornalistiche di note sul
significato dell’8 marzo e sulle iniziative che prenderà, tipo scoprire qualche targa o
proporre momenti di riflessione.
Sarebbe il caso di imparare a riflettere sul presente e agire.
Domani 8 marzo ci aspettiamo
risposte concrete
che possano garantire il diritto allo studio
I docenti del Cpia 9 – Latina
www.cpialatina.edu.it