L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Latina ha preso posizione contro il Decreto Fiscale contenente “semplificazioni” e con una lettera inviata venerdì scorso ha chiesto al Consiglio Nazionale di farsi portatore di una urgente ed energica iniziativa per cambiare il Decreto.
I motivi
La normativa, infatti, ha introdotto un aggravio di incombenze per l’utenza e quindi per i professionisti, con aumento di costi per gli studi, che inevitabilmente si riverberano sulla remunerazione delle prestazioni rese. L’Ordine di Latina, tramite il Presidente Romagnoli, ha proposto al vertice della categoria di “inondare” il Ministero delle Finanze e/o la Presidenza del Consiglio di fax-mail – contenente un testo predisposto ad hoc dal CNDCEC – che tutti gli iscritti, autonomamente o coordinati dagli Ordini, dovrebbero inviare, nonché di indire una manifestazione nazionale a Roma. Questo per far sentire il dissenso dei commercialisti e per evitare che iniziative isolate di taluni, possano esporre la categoria al rischio di essere raffigurata all’esterno come disomogenea o acefala.
L’aspetto deontologico
Inoltre, nella missiva, è richiesto al CNDCEC che, ove il Decreto non venisse modificato, l’organo di vertice dovrebbe adottare una nota/circolare agli iscritti, in cui si dicesse, come direttiva deontologica, che ad aggravio di prestazioni deve corrispondere uno specifico ulteriore compenso, così legittimando dinnanzi al cliente un adeguamento degli onorari causata proprio da quanto contenuto nel Decreto in parola.
Una categoria poco rappresentata in Parlamento
Importante anche la riflessione contenuta nella lettera, in cui si constata che se vengono emanate normative del genere probabilmente una causa è da ricercare nella carenza di commercialisti in Parlamento oltre che all’assenza di una attività lobbistica che deve essere evidente e trasparente.