Lotta al narcotraffico: la Guardia di Finanza e l’Ufficio delle Dogane di Livorno hanno sequestrato 80 chili di cocaina proveniente dal Sud America ed eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tra i destinatari del provvedimento emesso dal Gip Marco
Sacquegna per i reati, contestati a vario titolo, traffico di sostanze stupefacenti e sostituzione di persona, anche mediante la fabbricazione e l’utilizzo di documenti di identificazione contraffatti, c’è anche un pregiudicato molto noto negli ambienti del crimine, fratello di un capo clan di etnia rom operante nella zona pontina, con numerosi precedenti penali e di polizia connessi a rapine, usura, detenzione di armi, ricettazione, plurime violazioni delle misure di prevenzione. Si tratta di Luigi Ciarelli, di Latina, fratello di Carmine.
Il maxi quantitativo di cocaina sequestrato – intervento che ha dato il via alle indagini e che ha portato agli arresti di oggi – una volta lavorata ed immessa sul mercato con la
vendita al dettaglio, avrebbe fruttato 19 milioni di euro.
L’operazione odierna di polizia giudiziaria è stata effettuata dai finanziari del Comando Provinciale di Livorno, con la collaborazione dei colleghi, anche dei Baschi Verdi, dei Comandi Provinciali di Roma (tra i quali taluni in forza al Gruppo Investigativo
Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della
capitale) e di Latina.
I narcotrafficanti erano riusciti a fare arrivare in Italia i 18 chili di cocaina in un container proveniente da San Antonio (Cile), all’interno del quale era stata caricata una cisterna di grosse dimensioni, sostenuta da due grandi supporti di metallo, all’interno dei quali erano state ricavate delle intercapedini ove erano occultati ben 160 panetti di cocaina purissima dal peso di 500 grammi l’uno.
L’ingegnoso stratagemma a cui avevano fatto ricorso i corrieri per occultare la droga e non renderla visibile ad occhio nudo non è stato sufficiente, infatti, ad eludere i controlli. L’individuazione del carico è stata resa possibile anche grazie all’utilizzo dello scanner a disposizione dell’Ufficio delle Dogane di Livorno, il quale aveva evidenziato un’anomalia all’interno dei supporti di metallo, tanto da allertare i funzionari doganali e i finanzieri che avevano così deciso di approfondire l’ispezione. Il successivo taglio dei manufatti in metallo ha consentito di rinvenire e sequestrare la sostanza stupefacente occultata nei sostegni di acciaio della cisterna fabbricati ad hoc con doppi fondi. Le successive, approfondite indagini, anche di natura tecnica, nell’ambito dell’operazione denominata “White Iron” – svolte sotto la direzione del sostituto procuratore della Repubblica di Livorno Massimo Mannucci e il coordinamento del Procuratore Capo Ettore Squillace Greco – hanno permesso di individuare il sodalizio criminoso che ha effettuato l’importazione dell’ingente partita di cocaina.
Dalle investigazioni è emerso, infatti, che la cisterna con la sostanza rinvenuta nel porto era destinata a soggetti pluripregiudicati della zona pontina laziale, il 48enne Luigi Ciarelli, A.B. di anni 48 anni e P.C. di anni 53. Contestualmente alle attività volte all’esecuzione delle misure cautelari sono state effettuate perquisizioni nelle province di Latina, Roma e Modena.