Artigianato: una grande risorsa in difficoltà. L’ analisi della CGIA di Mestre. Il ruolo dei territori.

Ivan Simeone

di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it 

Siamo alle solite. Leggiamo l’ultima analisi dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre ed ormai neanche ci demoralizziamo più. 

I dati e le statistiche evidenziano come una peculiarità tutta italiana sta sparendo, lentamente, nell’indifferenza di tutti ma si sta spegnendo; mi riferisco al mondo dell’artigianato, una grande risorsa del nostro Made in Italy di cui tutti parlano ma poi…..

I dati ci dimostrano come negli ultimi anni il mondo degli artigiani si sta sempre più assottigliando, facendo perdere tradizione ed economia di prossimità. 

Di fatto è la stessa dinamica che stanno vivendo le piccole attività commerciali di prossimità. Un lento spegnersi. Come fare? Come invertire questa rotta? 

Il grido di allarme più volte è stato lanciato e, periodicamente, le statistiche e le percentuali portano alla ribalta il problema.

La CGIA di Mestre analizza molto bene la questione (vedi www.cgiamestre.com) evidenziando incertezze culturali del “saper fare”, mancanza di trasmissione del sapere, problemi di costi di gestione delle attività, concorrenza digitale e delle grandi realtà commerciali, eccessiva burocrazia e peso fiscale….

Non si vuole comprendere che quando chiude una attività artigianale o commerciale, dietro alla singola bottega o negozio, vi sono intere famiglie che rimangono senza lavoro, con tutto un importante indotto che va in crisi. 

Lo vediamo nei centri delle nostre città, quando compaiono i cartelli di “affittasi” o di “svendita totale per chiusura attività”. Una pena. Un fallimento principalmente per la politica. Quando gira la piccola economia di prossimità, l’economia del quotidiano, vive una intera Comunità. Possibile che non lo si comprende?

Secondo la CGIA di Mestre, nella nostra provincia di Latina, dal 2012 al 2023, hanno abbassato la serranda ben 2.597 artigiani, pari ad un -20,8%. Parliamo di singoli artigiani.

Nel Lazio registriamo un calo complessivo di -22.935 artigiani per un -19%.

Le aziende artigiane seguono, ovviamente, il medesimo trend. Il 2023 ha registrato, a livello nazionale, quota 1.258.079 imprese artigiane, contro le 1.486.559 del 2008.

Nel mondo artigiano le uniche voci “attive” sono quelle legate al benessere e all’enogastronomia. Un punto di forza su cui lavorare.

Ovviamente sono dati indicativi ma che evidenziano un profondo disagio economico e produttivo, ma prima ancora culturale. 

Sappiamo che la Regione Lazio, a settembre dovrebbe mettere in campo un pacchetto di sostegni per il mondo dell’artigianato. Molto bene! Dobbiamo però sensibilizzare le amministrazioni locali che spesso vivono passivamente queste dinamiche. I problemi si governano, non si subiscono. 

Bene fa la CGIA di Mestre, come già ha evidenziato anche Confesercenti e le maggiori centrali associative imprenditoriali, ad evidenziare come con la chiusura di botteghe artigiane e delle attività commerciali di vicinato, viene a mancare un presidio sociale, prima ancora che economico, del territorio.

Altro punto su cui bisogna lavorare, a partire dai territori, è la promozione delle scuole professionali, del rapporto formazione-lavoro, non in maniera teorica o politichese ma nella concretezza dei fatti. 

Ricordiamoci che il mondo dell’artigianato è una risorsa tutta nazionale e presente anche direttamente nella nostra Costituzione, come il mondo del commercio di prossimità ha in sé un grande valore per quella economia che fa girare il quotidiano.

Il problema non è partitico, non è un problema di destra o sinistra ma una visione culturale da riscoprire e rivalutare, cominciando dalle nostre città, dalle nostre province.