Ha 16 anni la minorenne che, il 12 luglio scorso a Terracina, ha subito una violenza sessuale da parte del 28enne indiano arrestato ieri a Tarquinia.
La giovane ha tenuto testa al connazionale che l’aveva prima palpeggiata e poi baciata contro la sua volontà, provocandole anche delle lesioni e minacciandola di morte. Una brutalità inaudita che van ben oltre ogni tentativo di ricondurre l’episodio in un eccesso di pulsioni passionali di infatuazione. No, l’adulto stava abusando sessualmente della ragazza, per giunta minorenne.
A seguito degli accertamenti dei carabinieri, effettuati dopo il deplorevole episodio, il Gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 28 per i reati di violenza sessuale, lesioni personali aggravate e violenza privata ai danni di minorenne. Nel frattempo si è reso irreperibile, ma i militari dell’Arma lo hanno intercettato a Tarquinia dove sono andati a prenderlo.
La vicenda, resa nota con l’arresto dell’indagato e il suo trasferimento nella casa circondariale di Latina, da dove potrà difendersi attraverso un legale, ha destato sconcerto a Terracina.
I reati contro le donne ai piedi di Pisco Montano, come in tanti altri centri in provincia di Latina e del resto in tutt’Italia, sembrano avere avuto un’impennata negli ultimi anni a giudicare dagli arresti e dai deferimenti a piede libero per violenze, atti persecutori e quanto altro. Un numero in crescita probabilmente frutto, piuttosto, di denunce da parte delle vittime che prima tacevano e che oggi, più consapevoli del rischio per la loro incolumità, si rivolgono alle forze dell’ordine.
Alla ragazza di 16 anni indiana va dato atto del suo coraggio. E che sia di esempio per altre vittime di abusi, in condizioni sociali e culturali più favorevoli di quelli della giovane straniera nel cui paese di origine esistono bambine spose.