E’ passato un anno dalla morte di Veronica De Nitto, la 34 enne di Latina uccisa a San Francisco dal fidanzato Renato Yedra Briseno, 37 enne messicano ancora a piede libero. E’ stato trovato il coltello e l’auto del fuggitivo che secondo le indagini, di cui con fatica si conoscono gli sviluppi, sarebbe tornato nel suo paese 3 giorni dopo avere ucciso la ragazza. Un anno di silenzio, di attesa, di coincidenze della vita: “Un anno da azzerare – dice Luigi De Nitto papà di Veronica -. Ci solleva soltanto che oggi compie un anno mia nipote Maya, che veniva al mondo proprio mentre ci lasciava Veronica. La sua morte grida giustizia, questo individuo va catturato. Ci addolora aver perso Veronica, ci rammarica come sia stata gestita tutta la vicenda a livello internazionale. E poi le sciatterie, dal nome Vittoria erroneamente dato a mia figlia dopo la morte, al Comune di Latina, dove per altri otto mesi mia figlia risultava ancora in vita. Senza dimenticare il fatto che non mi viene ancora consentito di andare negli Stati Uniti… ”. Un ponte che dall’Italia arriva agli States, fatto di diplomazia, di intelligence, ma poco ancora c’è di concreto: “Ci siamo sentiti con gli investigatori americani attraverso delle videocall – dichiara Valerio Masci legale della famiglia De Nitto -, ma ad oggi le notizie che abbiamo sono molto scarne. Per agevolare il percorso, abbiamo auspicato che nell’ultima Legge di Bilancio venisse creato un fondo per le vittime di violenze all’estero. Non è stato inserito, però la nostra battaglia continua“.
Ad un anno dalla tragedia, Latina ricorda Veronica De Nitto, concittadina che aveva deciso di lavorare all’estero, coltivando le sue ambizioni. Purtroppo il suo destino è stato un altro. Oggi alle 18, presso la chiesa di San Luca nel quartiere Q5, si terrà una messa officiata dal vescovo Mariano Crociata in sua memoria.