A neanche un mese dal suo insediamento, il commissario straordinario del Comune di Sabaudia Antonio Luigi Quarto detta gli indirizzi per la revisione del Piano regolatore generale della bella località pontina. Il principio è quello di riportare l’attenzione sulle forme fisiche della città e del paesaggio ed indicare le soluzioni per definire la “forma urbana”, mediante l’individuazione e la definizione di ambiti d’intervento in cui esercitare una progettazione unitaria, in grado di garantire l’omogeneità e la continuità del disegno urbano di fondazione e “riammagliare”, completandoli, brani di città già edificati. Non è una poesia quella di Quarto, ma il contenuto di un’apposita delibera assunta con i poteri del Consiglio comunale, la numero 20 del 26 maggio scorso, sulla base di una dettagliata relazione sottoscritta dal capo settore Affari tecnici territoriali, l’architetto Carlo Gurgone, e dal dirigente dell’Area Tecnica, l’ingegnere Vincenzo D’Arcangelo.
Gli indirizzi di Quarto mirano sì alla valorizzazione delle risorse ambientali ed economiche, per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo dell’intero territorio comunale, ma anche alla conservazione dei valori fisici e culturali rilevanti ed al superamento delle situazioni di compromissione, degrado fisico e socio-economico presenti, individuando e dando forma inoltre alle vocazioni ed alle attività produttive consolidate.
Le direttive contenute nell’atto numero 20 del commissario sono chiare e precise e soprattutto pongono un freno e limiti a nuove iniziative edilizie atteso che i vigenti Piani paesistici escludono alcune previsioni contenute nel Piano regolatore generale e che ad oggi risulta in corso di redazione il Piano del Parco. Con la sua delibera, infatti, Quarto sancisce quale obiettivo prioritario “la valorizzazione e la tutela del suolo non edificato, con particolare attenzione alle aree ed agli immobili ricompresi in ambiti sottoposti a tutela paesaggistica ed ambientale ed alle zone agricole, al fine di contenere il consumo di suolo, che costituisce bene comune e risorsa non rinnovabile, anche in funzione della prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico, privilegiando così gli interventi di riutilizzo e di recupero di aree urbanizzate”. Sempre nell’ottica del contenimento del consumo di suolo ed in conformità alle indicazioni dei programmi e dei piani di sviluppo agricolo, “si rende inoltre necessario – si legge nella deliberazione – disciplinare la realizzazione degli impianti serricoli in Zona Rurale, mediante specifica variante al Prg, come dispone l’articolo 3 della legge regionale 34/96”.
Le limitazioni dell’uso del suolo contenute negli indirizzi di Quarto avranno effetti su diverse aree di Sabaudia, alcune delle quali già oggetto di interesse da parte di costruttori. La doccia fredda sugli impeti immobiliari è arrivata in men che non si dica nella cittadina delle dune. Ad aprire il rubinetto per “sfreddare” è stato il vice prefetto mentre ancora si discute se l’ex sindaco Maurizio Lucci e i suoi fedelissimi siano stato mandati a casa, come sostengono, perché d’intralcio all’affaire del mattone.
Rispolverando le carte ci si accorge che nella seduta del Consiglio comunale del 9 aprile 2014, l’assessore all’urbanistica della giunta sfiduciata il mese scorso, Vincenzo Borrelli, in un suo intervento aveva chiarito quali fossero gli obiettivi del programma sindacale in materia di governo del territorio. In particolare Borrelli parlò della necessità di conservare gli elementi edilizi della città di fondazione, di salvaguardare il sistema naturalistico e di superare le attuali inadeguate strumentazioni urbanistiche, con il fine di limitare il consumo di territorio concentrando eventuali nuove iniziative edilizie in aree già urbanizzate; della necessità di creare ambiti di intervento in cui esercitare una progettazione unitaria, a garanzia di omogeneità e continuità del disegno urbano, riammagliando, completandoli, brani urbani già edificati utilizzando strumenti attuativi volti al superamento dello zoning come metodo di intervento. Parole che tornano di forte attualità con la delibera del commissario volta a ristabilire l’ordine in quel substrato di previsioni urbanistiche, creato a suon di varianti al Prg del 1977, che rendono ardua e difficoltosa la lettura delle stesse. Da qui la necessità di una revisione del Piano regolatore e dei propedeutici indirizzi.
Stabilite le spese a carico dell’ente, commisurate in 90mila euro comprensivi di Iva e contributi di previdenza (54mila finanziati dalla Regione), il commissario Quarto ha demandato al settore competente gli atti e gli adempimenti necessari all’attività di revisione al Piano regolatore generale.
L’operazione Quarto appare in linea con le iniziative intraprese a Latina dal commissario Giacomo Barbato che ha prima sospeso e poi annullato sei nuovi piani particolareggiati viziati da “forzature” in favore di particolari interessi. Domenica 5 giugno si va al voto in dieci comuni della provincia di Latina, sei dei quali finiti sotto commissariamento nell’ultimo anno. Un periodo lungo, durante il quale i vice prefetti chiamati a gestire le amministrazioni hanno dovuto fare i conti con la spinosa materia urbanistica arrivando anche a cambiare la storia del territorio in una direzione piuttosto che in un’altra. Se a Latina infatti Barbato ha inserito la retromarcia, a Terracina Erminia Ocello ha approvato due programmi integrati per nuove volumetrie di oltre 80mila metri cubi sulle quali si sono accesi i riflettori della Procura. Il commissariamento a Sabaudia è appena iniziato e bisognerà attendere il 2017 per il ritorno della politica a Palazzo. Quarto si è subito messo al lavoro partendo proprio dall’urbanistica, stringendo in campo di azione in termini di consumo del suolo.