Il Consiglio comunale di Sabaudia, nella seduta di ieri sera, ha bocciato la delibera per il cambio di destinazione d’uso e ampliamento del 40% delle cubature per la trasformazione di un fabbricato ad uso abitativo in struttura alberghiera. Si tratta della proposta presentata dalla società uninominale “2012 srl” relativa ad un immobile del centro urbano, sito all’angolo tra via Arezzo e via Oddone.
Una storia complessa, che dopo un primo slancio favorevole da parte della commissione Urbanistica di questa amministrazione comunale, con approvazione del 22 agosto 2017, ieri ha avuto un clamoroso arresto. Freno a mano tirato ed indietro tutta, ma non a cuor leggero. Lo ha spiegato bene il sindaco Giada Gervasi che sull’argomento ha preso subito la parola riferendo all’aula, presenti i soli consiglieri di maggioranza, di aver ricevuto pressioni visto il prolungarsi dell’inter di approfondimento scaturito dall’assenza del parere tecnico sulla proposta di deliberazione già portata all’attenzione dell’assise e per questo ritirata il 30 gennaio scorso. Pressioni e lettere di legali per le quali il primo cittadino si riserva di agire in sua tutela, dell’amministrazione e dell’ente. “Un clima che compromette la serenità – ha detto il sindaco – di chi è chiamato ad effettuare delle scelte imposte dall’articolo 8 delle norme tecniche attuative del Piano regolatore generale”, ovvero il Consiglio comunale che sulla proposta deve valutare l’impatto ambientale, il piano economico finanziario e programmatico presentato dall’operatore e i vantaggi che l’opera apporta alla città. Il sindaco ha lamentato l’assenza dell’opposizione, incomprensibile dal momento che sulla proposta all’ordine del giorno era stata molto critica. Quasi a voler dire che avrebbe avuto bisogno di un sostegno, di una condivisione sulla spinosa questione, o forse a voler segnalare che la maggioranza, nonostante il pressing esterno, si stava assumendo la responsabilità della scelta, mentre l’opposizione risultava svanita. Un argomento, quello del pressing e se vogliamo della minaccia di azioni risarcitorie da parte del costruttore già note alla politica sabaudiana. Si cita il caso di via Biancamano durante l’ultima amministrazione guidata da Maurizio Lucci, finita con il commissariamento.
L’assessore all’urbanistica Angelo D’Erme ha relazionato sull’argomento, ripercorrendo le tappe salienti dell’iter. La proposta di cambio di destinazione d’uso e ampliamento delle cubature era stata presentata nel 2015. Dopo una istruttoria degli uffici sulla base di un progetto di massima, l’incartamento era finito all’attenzione della commissione Urbanistica che nella seduta del 22 agosto 2017 aveva approvato la proposta. Ma in Consiglio la delibera da approvare era arrivata il 30 gennaio 2018, clamorosamente senza il parere tecnico comportando il ritiro della stessa. Ma perché il pare non era stato espresso? Perché ben due caposettori si erano dichiarati incompatibili, a seguito di vicende giudiziarie riconducibili al proponente. Sicché il segretario generale dell’ente, Giuditta Silvia Liantonio, si era messo alla ricerca di un professionista esterno di supporto al Rup che lo aveva trovato nell’architetto Luca Antonio Salvatori, proveniente dal Comune di Faleria (Viterbo), con il compito specifico di approfondire la materia da sottoporre nuovamente alla commissione Urbanistica e al Consiglio comunale. La relazione dell’architetto si era conclusa con un giudizio favorevole alla trasformazione dell’immobile in struttura alberghiera e al suo ampliamento. Sicché il segretario generale, in vista della convocazione dell’assise con all’ordine del giorno il progetto della “2012 srl”, stante l’incompatibilità dei caposettori, aveva dato il suo ok. Dunque, questa volta, in aula una delibera in regola dal punto di vista formale.
Ma il Consiglio comunale è organo politico e non tecnico e la relazione dell’architetto di Faleria è apparsa ai presenti – quelli di maggioranza – poco convincente. Ieri sera la dichiarazione di voto contrario, già preannunciata in sede di commissione, è stata affidata alla consigliera Francesca Avagliano, presidente della commissione Urbanistica. In un lungo intervento, molto articolato, la consigliera ha evidenziato la carenza di documentazioni sul parere espresso in merito all’assenza di impatto ambientale e alla sostenibilità economica-finanziaria dell’intervento. Nessuna considerazione sul carico urbanistico – ha sottolineato – né sulla mobilità della zona, “manca la visione di insieme dell’intervento”. “Il piano economico-finanziario non rispecchia criteri minimi di finanza, non è chiaro. Si prevedono ricavi dai banchetti, ma non c’è la cucina per la ristorazione né sono previste spese per servizi di catering. Per il personale si prevede una spesa di 694 euro lordi al mese”. Per quanto riguarda il vantaggio atteso per la città, Avagliano ha detto che non sarebbe stato comparato l’interesse pubblico con quello del privato. Per tutte queste ragioni la consigliera, per conto della maggioranza, ha preannunciato voto contrario. E l’aula subito dopo ha bocciato la proposta deliberativa all’unanimità. Niente cambio di destinazione d’uso né incremento del 40% della cubatura. Un caso più unico che raro che la maggioranza abbia respinto una proposta deliberativa giunta in Consiglio non su richiesta dell’opposizione, mentre sullo sfondo resta la preoccupazione del sindaco Gervasi su quelle azioni di pressing rivolte soprattutto alla sua persona e al presidente del Consiglio comunale Gianluca Bonetti.