Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta di Assunta Di Mauro, ex presidente della Sezione Soci della Unicoop Tirreno di Terracina.
Ritengo doveroso, data la situazione venutasi a creare, puntualizzare alcuni aspetti. Sono sempre più numerosi i soci che, delusi da quanto si vocifera, mi chiedono, in forza del ruolo da me ricoperto per diversi anni, dove sia finita quella trasparenza e coerenza delle quali la Cooperativa si è sempre fatto vanto come elemento fondante. Non è stato semplice a suo tempo costruire un rapporto di fiducia con il territorio nel quale la cooperazione era assente, diversamente da molte altre regioni. E che dire poi delle difficoltà incontrate dal comitato soci per far sì che il cliente da consumatore diventasse prima “socio”, e poi addirittura socio “depositante”. Ora, come un fulmine a ciel sereno e senza che la Cooperativa sentisse la necessità di condividere con i soci un percorso decisionale sicuramente lungo e complesso, sembrerebbe che il punto-vendita di Terracina si appresti a diventare altro rispetto al passato. Non voglio neppure pensare che i soci possano venir catalogati tra non molto alla stregua dei soci di un qualsiasi supermercato del territorio. La Cooperativa sa che le promesse sono state ben altre. La tessera, che è stata sempre acquistata con graduale maggiorazione del costo, si basava su principi di mutualità e sussidiarietà, garantiva un consistente numero di servizi e dava al socio-depositante l’agio di pagare con la carta-acquisti. La differenza è sostanziale, anche perché nessuno sul territorio ha mai chiesto di depositare i risparmi nelle proprie casse. Ora i soci mi dicono che se avessero solo immaginato con quanta leggerezza la realtà della Coop di Terracina sarebbe stata modificata senza esserne messi al corrente, avrebbero con il loro danaro fatto altre scelte. Pare che la nuova azienda che si va configurando potrebbe mantenere il logo Coop: ma ciò a che serve, se gli elementi di quella distintività di cui tanto ci si è fregiato, verranno per forza di cose eliminati? E che dire poi del rifiuto da parte della dirigenza di concedere per un’ora la sala-riunioni della sezione soci al personale del punto-vendita, che legittimamente avrebbe voluto discutere del proprio futuro, adesso denso di incognite? In un momento delicato come quello attuale, sarebbe quanto mai necessario che Unicoop Tirreno desse segnali di chiarezza, trasparenza e coerenza. E ciò in adesione alla propria carta dei valori, onde evitare che la stessa venga considerata solo un semplice elenco di ciò che sarebbe giusto fare ma che, all’atto pratico, rimane solo una utopia.
Assunta Di Mauro
Intanto domani, 8 aprile, i dipendenti Coop aderiscono allo sciopero indetto dai sindacati in segno di protesta per il futuro incerto dei supermercati di Terracina, Cisterna, Formia, Frosinone e Fiuggi.