Non è da tutti andarsene il giorno di Ferragosto, che è sinonimo di festa, quindi sinonimo di Sandro Micheli. Fino a 77 anni ha scritto una bellissima pagina di storia della televisione locale e nazionale, avendo colto la funzione essenziale del piccolo schermo, ovvero l’intrattenimento.
Amicizia, condivisione, divertimento e il suo motto proverbiale “Assosì”, con cui concludeva ogni pezzo del suo vastissimo repertorio da musicista. Un modo dialettale per dire “E’ così che deve andare, così vanno le cose”. Il suo verso giusto era quello di far sorridere la gente, per il quale è diventato un idolo. E mica solo delle generazioni mature, ma anche dei giovani, divertiti da questo personaggio poliedrico, dalla faccia simpatica, caratterizzata dal baffetto con cui ti sapeva dire con il sorriso le cose serie. Perché, come diceva Alberto Sordi “Quando si scherza bisogna essere seri”. Ebbene quella professionalità gli ha permesso di creare da zero una radio ed una televisione racchiusa dall’amore insito nel nome, SL 48. Canale nato da Sandro e Laura, in una Migliara 48, sede degli studi sempre aperti a tutti.
Di televisione Sandro Micheli se ne intendeva assai, partendo dalla realizzazione dei “ponti”, quei tralicci che ripetono il segnale sui viaggiano le frequenze che ci consentono di vedere canali di piccole e grandi testate radiotelevisive. Ma era anche uomo di laboratorio, pronto ad andare a casa della gente se il suo canale non si vedeva. Si è sempre fatto apprezzare nel ruolo di presentatore e attore. Esilaranti le sue apparizioni negli spot pubblicitari, conduttore nei programmi di musica. Cantanti, danza in pista e le serate in sala da ballo, che arrivavano a casa della gente. Il liscio, i balli di gruppo ed ogni contaminazione musicale che arricchiva lo smisurata proposta. Del resto Sandro ha conservato gelosamente la tradizione della tv ai suoi albori, ma si è sempre aperto alle innovazioni, di palinsesto e tecnologiche.
Intorno ha creato una squadra che porta il nome in primis dei suoi figli, da Gigi, Sonia e Sandra e il genero Domenico. Ovvero i gangli vitali della televisione: software, messa in onda, regia, conduzione giornalistica. Intorno una rete di collaboratori, che hanno segnato le varie fase dell’azienda televisiva.
Facile e al tempo difficile parlare di un grande capo come Sandro e della sua TV, nella quale che vi scrive ha mosso in primi passi da cronista. Saremo in tanti oggi a rendergli l’estremo saluto nella Chiesa di Sant’Anna a Pontinia (ore 15). E quel suo “Assosì” ci accompagnerà sempre, ogniqualvolta vorremmo risentirlo.