Il Comune di Terracina, attraverso la propria Avvocatura, rende noto che verranno appellate tempestivamente, presso il Tribunale di Latina, tutte le sentenze del locale Giudice di Pace che ha accolto i ricorsi presentati dagli automobilisti sanzionati attraverso il sistema di rilevazione “tutor” per quanto concerne il tratto stradale della Galleria Tempio di Giove.
Da quando è stato installato tale strumento di rilevazione della velocità, sono stati elevati circa 60mila verbali. Alcuni di essi sono stati impugnati da parte degli automobilisti: ricorsi accolti dal Giudice di Pace, sul presupposto motivazionale che è “incontestata la presenza di apposita segnaletica di avviso relativa al testuale ‘controllo automatico della velocità’, senza la specificazione che il rilevamento sia istantaneo o calcolato sulla velocità media tenuta nella distanza fra due apparecchiature elettroniche (il sistema Tutor, appunto)”. Di qui, l’annullamento di tali verbali di contravvenzione, con compensazione di spese tra le parti.
In realtà, spiega il Settore Contenzioso del Comune di Terracina, “la segnaletica di preavviso apposta sul tratto viario in argomento risulta assolutamente conforme – per caratteristiche, distanze e dicitura ivi presente – alle prescrizioni dettate dalla normativa in vigore: Codice della Strada, suo regolamento attuativo, decreti e direttive ministeriali in materia”.
In particolare, un’ordinanza del Prefetto di Latina – in senso diametralmente opposto all’Autorità Giudiziaria – emessa nei giorni scorsi a carico di un automobilista contravventore nel tratto della Galleria Tempio di Giove, ha respinto il ricorso adducendo, fra le motivazioni, appunto tale argomentazione: “In particolare – si legge nel dispositivo della Prefettura – occorre precisare come detta segnaletica correttamente si limiti a riprodurre la dicitura ‘controllo elettronico della velocità’, senza specificare che trattasi di velocità ‘media’, essendo detta integrazione esclusa tanto dal D.M. 15.08.2007 quanto dagli univoci pareri in tal senso rilasciati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, così come dalla giurisprudenza della Suprema Corte (sentenza n. 10298/2017)”.
Il Comando di Polizia Locale di Terracina, supportato dal Settore Contenzioso, ha all’uopo richiesto un parere direttamente al dicastero delle Infrastrutture e Trasporti, finalizzato ad un’autorizzazione ad apporre la dicitura “velocità media” sulla cartellonistica presente. Il Ministero ha riscontrato in senso avverso (cfr. nota prot. 6423/2017), in quanto – sempre secondo la normativa in vigore – sono previste sanzioni a carico dell’Ente Locale qualora esso apponga una segnaletica diversa rispetto a quella prescritta dalla legge.
L’Amministrazione Comunale di Terracina ribadisce con forza che il ricorrere in appello contro le sentenze del Giudice di Pace che annullano i verbali sulla base di detta imprecisione nella dicitura dei cartelli di preavviso, lungi dal perseguire interessi meramente economici da parte dell’Ente, è finalizzato a rafforzare l’interesse pubblico della sicurezza stradale e della prevenzione degli incidenti, soprattutto in un tratto ad altissima pericolosità quale è la Galleria Tempio di Giove, strada che, per la sua natura, presenta difficoltà maggiori di soccorso in caso di incidente. Il sindaco Procaccini spiega con chiarezza la posizione dell’Amministrazione: “Chi corre a velocità elevata, specialmente all’interno di un tunnel, mette a rischio la propria incolumità e quella degli altri automobilisti. Non si può giocare con la vita delle persone. Un ente comunale ha il dovere di porre in essere misure adeguate alla tutela della salute dei cittadini. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in questa nazione e tutti noi abbiamo pianto parenti e amici deceduti o gravemente menomati a causa di incidenti. Un’auto che corre in galleria ad una media di oltre 190 km/h, come recentemente rilevato dal sistema, è una bomba in grado di fare una strage. Sinceramente è tanto inopportuno quanto ridicolo che i trasgressori di una norma di sicurezza di così elementare comprensione possano lamentare fantomatiche persecuzioni di natura economica”.