Era ormai troppo che i cittadini e gli avvocati erano costretti a fare lunghe file fuori e attendere ore per poter entrare nell’ufficio della sezione Esecuzioni del tribunale di Latina, che si trova dietro la Procura.
Ieri la situazione, con l’arrivo delle alte temperature, è diventata insostenibile. Un avvocato è stata costretta ad attendere 3 ore e 40 minuti per poter entrare e anche tante altre persone erano stremate dall’attesa senza un posto per sedersi, né un minimo di ombra.
Le misure per il contenimento del coronavirus sono state interpretate male evidentemente dagli uffici se questo è stato il risultato che si è trovato davanti il commissario straordinario dell’Ordine degli avvocati di Latina, Giacomo Mignano. Andato a verificare le lamentele ormai arrivate da più parti ha trovato persone esauste che però non potevano tornare il giorno dopo: “Si tratta degli ultimi che si rivolgono agli uffici, persone che non arrivano a fine mese, a cui magari hanno dato lo sfratto. Qualcuno mi ha risposto ‘sono stanco, ma devo resistere’ anche sotto al sole con 30 gradi”.
Allora Mignano è entrato, ha spalancato le porte e ha fatto entrare tutti al primo piano, nel rispetto comunque del distanziamento. Poi ha chiesto spiegazioni: “Non è possibile – ha dichiarato poi – che in un palazzo di 300 metri quadrati venga fatta entrare una persona alla volta. La fila arrivava ai cancelli. Anche gli avvocati hanno il diritto di lavorare ora che tutto ha riaperto: gli affari della categoria sono calati in questo periodo del 70 per cento. E non è giusto che qualcuno che lavora con lo stipendio fisso e con l’aria condizionata decida di gestire in questo modo l’ufficio”.
Infine ha parlato con il presidente del tribunale, Caterina Chiaravalloti, che ha spiegato che non erano queste le disposizioni date. Da domani l’ufficio dovrebbe riaprire regolarmente e non più una persona per le esecuzioni mobiliari, una per quelle immobiliari e una terza per le notifiche. Si potrà attendere il proprio turno all’interno.