Se i panni sporchi si lavano in casa, quelli usati restano all’interno di Abc. Così non va. La consigliera Nicoletta Zuliani, ex presidente della commissione Trasparenza del Comune di Latina e firmataria della mozione per agevolare il diritto dei consiglieri comunali all’accesso agli atti amministrativi per l’espletamento del loro mandato, bocciata la scorsa settimana dalla maggioranza, resta perplessa rispetto alla risposta del sindaco e della giunta a fronte della richiesta di documentazione effettuata dal consigliere Andrea Marchiella relativa alla gara per il ritiro dei panni usati indetta dall’azienda speciale Abc Latina.
Marchiella, che si è rivolto alla Procura con un esposto denunciate alcune criticità in merito alla procedura negoziata per l’affidamento del servizio di raccolta, trasporto e recupero di abiti ed indumenti usati ed altri accessori di abbigliamento, ha provato in tutte le maniere ad acquisire la documentazione oggetto della gara senza riuscirci, sia presso l’Abc che presso il Comune, rivolgendosi al segretario Comunale. Per tutta risposta il sindaco Damiano Coletta e la sua giunta hanno precisato che il segretario comunale “mai potrebbe sostituirsi all’azienda speciale Abc, ente distinto dal Comune, dotato di personalità giuridica, di autonomia patrimoniale e di proprio Statuto”. Dunque, l’Azienda dei Beni Comuni (Abc) non risponde neanche ai vertici del Comune?
Di seguito l’intervento della consigliera Zuliani.
La trasparenza non può essere sindacata da cavilli o esercitata a corrente alternata: è una scelta di vita politica e amministrativa. O si attua la massima trasparenza o si vuole nascondere qualcosa. (Mi riferisco agli atti di una gara espletata da ABC che un consigliere dell’opposizione non riesce ad avere.)
E proprio in quanto a trasparenza questa amministrazione rischia di essere ricordata come quella che ha inciampato più volte e si è “difesa” da chi invece deve controllare.
Una nemesi.
Non è qualificante da parte di un’amministrazione che rivendica onestà, trasparenza, e partecipazione, perdersi in un bicchier d’acqua quando un consigliere dell’opposizione chiede di conoscere i dettagli e i documenti relativi ad una gara. Non importa se la gara sia stata fatta dall’azienda speciale: l’azienda speciale è una derivazione del Comune di Latina e sebbene sia giuridicamente altro dal Comune di Latina, è sempre una creatura dell’amministrazione Coletta. In primis dovrebbe essere l’amministrazione tutta a supportare e dare importanza ad una richiesta del genere. Per quale motivo ci si attacca ad un cavillo invece di garantire, anche per se stessa, il diritto di conoscenza di tutti i particolari di una gara, quella dei panni usati, ormai così tanto attenzionata, tanto più se si è convinti che sia stata fatta a regola d’arte?
Se poi si va a controllare il sito dell’azienda speciale vediamo che pecca proprio in trasparenza, ancora mancano infatti documenti fondamentali: i bilanci, la carta dei servizi, controlli e rilievi sull’amministrazione, i servizi erogati, le informazioni ambientali, i pagamenti, la prevenzione della corruzione… ed è quasi un anno ormai che l’azienda è operativa.
Un ente che si nasconde dietro un cavillo proprio di fronte ad una richiesta di trasparenza o è in cattiva fede o non comprende la portata del proprio ruolo, a beneficio di tutti e non a difesa di qualcuno. Casomai la difesa deve essere del sacrosanto diritto di conoscenza.
E questo va fatto per legge, una legge schiacciante tutta a favore del consigliere.
Il sindaco metta fine a questa spiacevole quanto incredibile episodio e dimostri che il potere esercitato per il bene collettivo è generoso e va ben oltre i cavilli quando si tratta di trasparenza.
La trasparenza non può essere a corrente alternata: è una scelta di vita politica.
Nicoletta Zuliani