La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza che aveva respinto il ricorso di Tiziano Ferro che lo costringeva a pagare le tasse evase e una cospicua multa. Il cantautore pontino ha evaso le tasse e trasferito la residenza a Manchester per raggiungere questo obiettivo.
Nel processo penale era stato assolto dal giudice del tribunale di Latina Giorgia Castriota. A difenderlo era stato l’avvocato Giulia Bongiorno, che negli anni ’90 difese anche Giulio Andreotti, che aveva parlato per quasi due ore nella sua arringa finale spiegando che la residenza che Ferro aveva a Manchester non era fittizia, messa a punto soltanto per evadere le tasse italiane, ma reale e che non bastava il conteggio dei giorni trascorsi in Inghilterra per poter dire il contrario. Diversi i documenti presentati in precedenza sulle attività e i movimenti del cantante nella città inglese.
Il pubblico ministero aveva chiesto invece un anno di reclusione e secondo l’accusa Ferro avrebbe dovuto all’erario 6 milioni di euro. Ora la Cassazione respinge anche questo quarto ricorso alla sentenza civile della pop star spiegando che avesse i mezzi culturali ed economici per capire quale fosse il giusto comportamento da adottare.