Contestata da parte della difesa di Armando Cusani l’utilizzabilità delle intercettazioni a suo carico. L’eccezione relativa alla durata delle indagini preliminari, sollevata dagli avvocati Luigi Panella e Angelo Palmieri, si è però scontrata con la documentazione depositata dal pubblico ministero Valerio De Luca che di fatto contrasta il rilievo procedurale.
Lo scontro frontale è avvenuto in sede di Riesame, la cui udienza è durata oltre tre ore. A favore del sindaco di Sperlonga, accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti per i fatti dell’albergo di famiglia e per la gara d’appalto di Villa Prato al centro dell’inchiesta Tiberio, non soltanto la contestata utilizzabilità delle intercettazioni ma anche nuove investigazioni della difesa volte a smontare l’ipotesi della corruzione, in aggiunta alla documentazione già depositata in occasione dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Giuseppe Cario. Ma sul fronte opposto anche il Pm titolare dell’inchiesta ha calato i suoi assi: le risultanze dell’interrogatorio dell’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano, arrestato insieme a Cusani il 16 gennaio scorso insieme ad altre otto persone, e le sommarie informazioni acquisite dopo gli arresti. Testimonianze “fresche” che andrebbero ad irrobustire l’inchiesta. Ferrazzano, che in un primo momento si era avvalso della facoltà di non rispondere, dopo alcuni giorni aveva deciso di parlare offrendo così nuovi elementi di indagini. E’ di oggi la notizia che il Gip ha disposto per lui, accogliendo la richiesta dell’avvocato Luigi Di Mambro, la misura dei domiciliari al posto della detenzione in carcere.
Il Tribunale del Riesame, a cui la difesa di Cusani si è rivolta per chiedere l’annullamento dell’ordinanza cautelare che lo vede in carcere, ha riservato la decisione. Con molta probabilità se ne parla la prossima settimana.