“Bisogna finirla di raccontare falsità utilizzando sempre la scarsa informazione dei cittadini sulle questioni amministrative figlie di un’altrettanta scarsa cultura della partecipazione alla vita di una città artatamente ben coltivata da chi gestisce il potere o vorrà gestirlo”, tuona il Sestante a proposito dell’ordinanza recentemente emessa dal commissario straordinario del Comune di Terracina a disciplina degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali di somministrazione di alimenti e bevande “e che svolgono anche attività di intrattenimento danzante e musicale sulla quale si stanno scatenando gli appetiti elettorali di molti”.
Le ragioni dell’ordinanza
L’associazione che ha dato vita alla omonima lista e che insieme alla lista Res sostiene la candidatura a sindaco di Agostino Pernarella difende le motivazioni dell’ordinanza in quanto motivata da una serie di atti prodotti da ben tre distinte forze dell’ordine attestanti la necessità di un intervento dell’ente comunale al fine di ripristinare l’ordine e la quiete pubblica. “Numerosi esposti ricevuti da cittadini – aggiunge il Sestante -, strutture alberghiere, associazioni, per disturbo alla quiete pubblica (schiamazzi fino alle 6 di mattina), nelle varie piazze della città. Liti e colluttazioni guarda caso nei pressi dei locali, per non parlare degli atti vandalici. E tralasciamo la follia del delitto di piazza Garibaldi. Oltre alle relazioni c’è da sottolineare che la Ocello a giugno dello scorso anno aveva concesso la deroga per la chiusura alle 4 e che è stata tristemente disattesa poiché qualche fenomeno di operatore era andato ben oltre l’orario pattuito superando anche i limiti dell’emissioni acustiche”. E poi gli orari tanto criticati: “Tra la chiusura e l’apertura intercorrono 2-3 ore di buco, nelle 24 ore totali. Perché di questo stiamo parlando”. Il Sestante getta acqua sul fuoco delle polemiche, difendendo a spada tratta il provvedimento di Erminia Ocello.
Le motivazioni del senso civico
“La questione va risolta a monte – sostiene il Sestante -. Noi pensiamo che davanti al diritto delle attività commerciali di rimanere aperte come e quando vogliono (c’è una copiosa giurisprudenza che limita tale attività per tutela di un interesse pubblico) ci sia un altrettanto sacro diritto dei cittadini residenti nelle zone centrali dove insistono i locali, e ci riferiamo anche agli stabilimenti balneari, al riposo. Perché oltre agli anziani, alle persone che non stanno bene ci sono anche cittadini che ogni mattina si alzano per andare al lavoro, magari prendendo il treno all’alba dopo notti insonni causate da schiamazzi, musica a palla ed altro, e dopo essere stati anche presi a cattive parole se non minacciati perché hanno osato lamentarsi. Si possono benissimo coniugare necessità di lavoro e svago a quelle della quiete pubblica, dell’ordine pubblico, semplicemente rispettando intanto un’ordinanza che quanto a limiti di orario abbiamo visto che parliamo del nulla e poi gli stessi gestori dei locali dovrebbero avere un ruolo strategico di comunicazione promuovendo insieme alle stesse forze dell’ordine o ad associazioni serate dedicate a sensibilizzare i giovani ai temi del rispetto, del senso civico, del bere responsabile. Costruire e non demonizzare. Condividere e collaborare e non generare conflitto. Ben venga l’ordinanza quindi e con essa il senso civico di una città”.