L’aggressione subita ieri da un poliziotto del commissariato di Terracina è grave, ma ancor più forse la solitudine che ha spinto la donna a desiderare di farla finita ad ogni costo.
La storia che stiamo per raccontare si è verificata ieri pomeriggio a Terracina. Una giovane donna chiama la Polizia dicendo di volersi ammazzare. Ma non dà il suo nome, né dice da dove sta chiamando. Immediatamente gli uomini del vice questore aggiunto Bernardino Ponzo si mettono al lavoro. Dopo primissimi accertamenti tecnici riescono a risalire all’utenza dalla quale aveva chiamato e, con non poche difficoltà, la localizzano. Gli agenti si recano sul posto, davanti hanno il portone chiuso di un’abitazione. Compongono il numero, il telefono squilla ma lei non risponde. Non c’è tempo da perdere. Bussano, insistono e alla fine la donna apre, in stato confusionale. Nella camera da letto trovano psicofarmaci e alcolici, un mix che forse l’aspirante suicida aveva iniziato a prendere. Viene allertato il 118 prima ancora che il personale della Polizia si accorgesse di un altro dettaglio: sul letto un lenzuolo bianco e un coltello. Mentre arriva l’ambulanza, i poliziotti cercano di distrarre la donna, di farla uscire dal torpore in cui si stava rifuggiando, quando ad un tratto la medesima afferra il coltello brandendolo pericolosamente contro un agente. Il suo collega si è frapposto, riuscendo a disarmarla. Arriva il personale sanitario, ma lei si chiude a chiave in camera per sottrarsi all’intervento. A questo punto i poliziotti forzano la porta e la stessa viene presa e portata in ospedale.
Tra le possibili cause che hanno indotto la giovane donna all’insano gesto – fanno sapere dal commissariato -, emergono la solitudine e la depressione di cui la stessa ha espressamente riferito.