Padre e figli accusati in concorso di minacce e offese nei confronti di un loro dipendente: a loro carico una citazione a giudizio davanti al giudice di pace con udienza fissata il 2 febbraio 2016. La vicenda riguarda i titolari della Servizi industriali, David, Gianluca ed Emanuele Fatone, per un grave episodio denunciato nel 2012 quando la ditta gestiva il servizio di rifiuti a Terracina. Vittima dell’aggressione un autista con il compito di trasportare i rifiuti in discarica. Un giorno l’operaio, per altro responsabile della sicurezza dei lavoratori, fu invitato a fermarsi presso la piattaforma aziendale a Latina Scalo prima di finire il “giro” in discarica. Qui sarebbe stato preso a male parole e minacciato dai suoi datori di lavoro. Il clou di continue ritorsioni maturate probabilmente all’ombra di diversi rilievi mossi all’azienda sul pessimo stato dei mezzi di servizio utilizzati dal personale della Servizi Industriali. L’autista “scomodo” peraltro, durante il periodo di appalto terracinese, avrebbe subito una sorta di declassamenti e trasferimenti in altri comuni. Ad oggi vanta un credito di diverse decine di migliaia di euro per mancate retribuzioni e pagamento di fine rapporto.
Sulla vicenda è intervenuto l’ex consigliere comunale Vittorio Marzullo che ha chiesto al commissario prefettizio Erminia Ocello affinché il Comune di Terracina si costituisca parte civile nel procedimento giudiziario a carico dei titolari della Servizi Industriali. Marzullo, con dovizia di particolari, riferisce al commissario che gli indagati si sarebbero rivolti al malcapitato con frasi atte ad offendere l’onore e il decoro minacciando lo stesso di un danno ingiusto. L’ex consigliere focalizza la sua attenzione nella frase: “Sindacalista di m…, mi ti compro a te e a tutta Terracina”. A cosa si riferivano? Chiede Marzullo. “Le affermazioni pronunciate dai Fatone – aggiunge lo stesso nella nota indirizzata al commissario prefettizio -, non offendono solo l’onore ed il decoro dell’operaio in questione, ma di tutti i terracinesi, che, come noto, sono persone civili, perbene e non meritevoli di tali epiteti”. Ed è per questa ragione che chiede al commissario prefettizio di presentare istanza di costituzione di parte civile: “Bisogna andare in Tribunale – dice – e chiedere chi e cosa volevano comprarsi a Terracina”.
Nella sua lettera al commissario, Marzullo riferisce di essere a conoscenza di un’indagine delegata dalla Procura alla Finanza sul servizio di nettezza urbana terracinese e che quando il caso del dipendente minacciato fu sollevato in Consiglio comunale, i difensori della “terracinesità” (apertamente cita Nicola Procaccini, Gianfranco Sciscione, Gianni Percoco e Francesco Zicchieri) si “allinearono silenziosamente tutti dietro l’affermazione dell’allora sindaco Procaccini, che questo era un fatto privato che non riguardava chi amministrava l’Ente”. “Come se – commenta infine Marzullo – la Servizi Industriali lavorasse su un mio appalto e non del Comune di Terracina”.