Meglio un dignitoso silenzio che una brutta figura. L’ex consigliere comunale di Terracina Vittorio Marzullo condanna senza appello l’uscita di Nicola Procaccini a commento della sentenza di colpevolezza emessa dal Tribunale di Latina per le manomissioni del software per la gestione del bilancio dell’ente municipale.
Il garantismo tradito
“Un po’ di buonsenso – dice – avrebbe voluto che, essendo solo il primo grado di giudizio, sulla vicenda, si usasse un pizzico di rispetto per le persone coinvolte e meno cinismo da parte dell’ex sindaco di Terracina Procaccini”. Marzullo spiega che il fratello d’Italia avrebbe dovuto masticare legalità e garantismo, visto che il padre è stato un magistrato e che sua madre è stata tra i massimi rappresentanti delle Istituzioni del nostro paese per diverse legislature “in un partito che faceva del garantismo il suo cavallo di battaglia”. “Invece – attacca – per racimolare qualche voto e fare del falso populismo, non ha avuto rispetto e riguardo per nessuno, non esitando per questo neanche a dire delle bugie grosse come il palazzo comunale”.
Il labile confine politico
“In particolar modo mi riferisco – spiega – all’ultimo capoverso della sua lettera aperta indirizzata ai cittadini: ‘Resta l’amarezza di sapere che chi pagherà penalmente (se la condanna dovesse essere confermata anche in appello) sarà solo un dipendente comunale, e non la politica di allora su cui grava il peso storico di questo disastro legale ed economico’. Ora c’è semplicemente da rilevare il fatto che questa classe politica che secondo Procaccini ha la responsabilità del disastro legale ed economico è al 90% la classe politica che lo ha fatto eleggere. Come mai in quel momento non era così schifosa e repellente?”. Ma per Marzullo c’è di più perché “l’assessore ombra alle finanze degli ultimi due anni di amministrazione Nardi, è lo stesso assessore alle finanze della Giunta da lui presieduta, e cioè il professor Paolo Cerilli, il quale per ricoprire tale ruolo, in quanto troppo bravo, non ha avuto neanche la necessità di candidarsi”. “Occorre ribadirlo – incalza -, per i meriti acquisiti sul campo durante l’amministrazione Nardi, è stato chiamato da Procaccini a fare l’assessore alle Finanze”, insiste Marzullo. “Durante la campagna elettorale del 2011 – ricorda – facemmo, come Sel, un volantino in cui riportammo l’elenco di tutti i candidati al Consiglio comunale che sostenevano Procaccini e che in precedenza erano stati amministratori delle Giunte Nardi, quindi stavano nella sua coalizione, ed erano ben 27, a cui va aggiunto l’ex assessore Paolo Cerilli e qualcun altro che certamente ci siamo dimenticati”. Marzullo, come un fiume in piena, precisa inoltre che anche dopo il ribaltone, cioè l’ingresso in maggioranza del nemico giurato Gianfranco Sciscione, si è di fatto alleato con alcuni supporter di Nardi. “Quindi l’ex sindaco – aggiunge – quando dice che non paga la politica vecchia, come se fosse una cosa che non gli appartiene, gli va ricordato solo che la vecchia politica da lui condannata è la stessa politica che lo ha sostenuto e fatto eleggere a sindaco della nostra città, purtroppo, e che si appresta a sostenerlo ancora, Vedi sempre Cerilli quale coordinatore della lista Sciscione per Procaccini Sindaco”.
L’affondo
Marzullo conclude il suo sfogo col la sciabola, riferendo di essersi opposto all’archiviazione dell’inchiesta sul caso Munus per il fatto che la stessa non aveva neanche minimamente sfiorato l’ex sindaco Procaccini: “Si potrebbe ancora dire molto, ma mi limito a dire semplicemente, che per i valori a cui mi ispiro e per i quali mi batto, al posto di Procaccini mi sarei stato zitto. Meglio un dignitoso silenzio che una brutta figura, anche se questo mi sarebbe costato una manciata di luridi voti”.