I consiglieri comunali di Terracina, Alessandro Di Tommaso, Valentina Berti e Giuseppe D’Andrea, esponenti del partito democratico intervengono sulla questione della mancata approvazione da parte dell’amministrazione del Regolamento Comunale sulle sale giochi e sull’installazione degli apparecchi e congegni di intrattenimento e svago. Un provvedimento importante – sottolineano i consiglieri – che può fare la differenza nella vita di quelle persone e famiglie costrette a fare i conti con la ludopatia, una malattia ormai tristemente nota e molto diffusa anche nel territorio di Terracina.
“Si tratta di una problematica per la quale da anni si batte, nell’indifferenza più assoluta anche lo SPI/CGIL Lega di Terracina – scrivono i consiglieri del Pd – Ma procediamo con ordine: in data 31 ottobre 2016 il Consiglio Comunale rimandava alla competente commissione, riunitasi il successivo 8 novembre, l’esame della bozza di tale regolamento. Il Presidente di detta Commissione, dopo aver preso atto del documento rimandava la discussione di quindici giorni la data visto che la tematica meritava uno studio più approfondito. Sono trascorsi tre mesi ma la commissione non è stata mai più convocata. Troppo complessa la materia oppure le motivazioni sono ben altre? Ora sia ben chiaro a tutti il fatto che un buon Regolamento non è contro nessuno bensì è per qualcuno. Probabilmente non ci si rende conto della tragedia che i diretti interessati e le loro famiglie vivono quotidianamente”.
I risultati ottenuti in altre città
“Prima di approfondire per l’ennesima volta l’argomento – aggiungono i consiglieri – riportiamo a chi di dovere i risultati positivi ottenuti da un Comune limitrofo, qual’ è Formia, dopo le iniziative messe in atto per prevenire la ludopatia anche con l’approvazione del Regolamento in questione: riduzione delle sale gioco del 38%, degli esercizi commerciali con macchinette mangiasoldi dell’8,3%, del numero degli apparecchi del 37,6%. Questa è la fotografia del senso di responsabilità di un’amministrazione Comunale che ha a cuore la salute dei propri concittadini perché è di questo che parliamo dato che la ludopatia è una malattia. Occorre prendere coscienza della portata del problema e di come il gioco d’azzardo sia un fenomeno in continua espansione per cui una seria amministrazione comunale ha l’obbligo di mettere in atto seriamente, non con annunci spot, tutte quelle iniziative che quantomeno riducano gli effetti devastanti che vengono prodotti nel tessuto sociale con ricadute certe sulla salute, sull’economia e sulla legalità. In tantissimi casi la ludopatia è la causa di rottura dell’equilibrio familiare, lavorativo e finanziario che porta il soggetto spesso ad indebitarsi a tassi usurai così come più volte ricordato dalla Direzione Nazionale Antimafia”.
La terza industria del paese
“In un momento in cui le normative a livello nazionale non producono gli effetti sperati le amministrazioni locali hanno l’obbligo di prevenire, con tutti i mezzi possibili ed immaginabili, creando un modello di società sostenibile che affronti con coraggio quella che è diventata negli ultimi cinque anni la terza industria del paese. Grandissima delusione dopo le bellissime parole dell’assessore ai Servizi Sociali Roberta Tintari in quanto tali sono rimaste considerando che non solo non si vede traccia del Regolamento e del tanto decantato Osservatorio ma non riesce neanche a far convocare una commissione dopo tre mesi. Anche il Cardinale Angelo Bagnasco ha definito il gioco d’azzardo ‘una nuova droga, un cancro che lo Stato non solo non contiene, ma favorisce e ci lucra’. L’amministrazione Comunale deve tenere ben presente che in Italia: si spendono 88,2 miliardi di euro (260.000 euro al giorno – 3012 euro al secondo); Rappresenta il 4,4% del Pil; 1.000.000 di persone circa sono considerati giocatori patologici da curare; oltre 70.000.000 di ore di lavoro perse; centinaia di comuni hanno approvato regolamenti; Il 50% degli under 18 ha provato almeno una volta il gioco d’azzardo; Colpisce il 50% degli studenti delle Scuole Superiori; Il Superenalotto nel 2016 ha avuto un incremento del 52% rispetto al 2015; 800.000 ragazzi tra i 10 ed i 17 anni gioca d’azzardo; 400.000 bambini tra i 7 ed i 9 anni hanno già usato la loro paghetta per lotterie e bingo; la provincia di Latina è la terza in Italia per gioco d’azzardo, e Terracina fa parte dell’Italia”.