Aveva 45 anni, tutta la vita davanti, un sorriso aperto e solare, che è poi quello che tutti coloro che lo hanno conosciuto ricordano per descrivere Pietro Antonelli. Questa l’identità dell’operaio che ieri, mentre lavorava alla posa della fibra ottica a Velletri, è stato folgorato, morendo sul colpo.
Secondo quanto ricostruito, Antonelli avrebbe toccato con un braccio della gru i fili dell’alta tensione. Non c’è stato niente da fare per lui, e i soccorsi giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La salma resta a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa di ulteriori rilievi. Per questo motivo, dunque, i funerali restano a data da destinarsi.
La comunità di Terracina è sconvolta e si stringe al dolore della moglie di Pietro e dei genitori. Sui social del 45enne si è scatenato il dolore di amici e conoscenti, che hanno voluto affidare alla memoria di Facebook il ricordo della sua persona: “Mi mancherai amico mio… Sei stato un grande esempio come collega anzi come un fratello mi hai insegnato che nella vita non bisogna mai arrendersi e credere sempre in te stesso, è solo un arrivederci grande uomo”, ha scritto Marco.
“Sempre insieme, dopo di te non ci sarà mai nessuno come te, amore tru tru come mi chiamavi tu”, è il messaggio carico di dolore della moglie di Pietro.
Una tragedia che rende ancora più attuale il dibattito sulla sicurezza sul lavoro. Solo in questa settimana, nel Lazio, sono due gli operai che hanno subito danni permanenti o fatali durante lo svolgimento del proprio lavoro. Sul caso sono intervenuti anche Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL e Armando Valiani, Segretario Regionale UGL Lazio, che ribadiscono la necessità di potenziare i controlli, unita a una maggiore cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro.