“Stanno tutti bene” anche nelle frazioni. Il leitmotiv della campagna elettorale di Alessandro Di Tommaso, candidato sindaco di Terracina, inizia a confluire verso un progetto di città pensata nel suo insieme. E allora ecco che i diversi quartieri, borghi e frazioni, nell’idea di Di Tommaso, dovranno equipararsi per azzerare le differenze.
Il vuoto da colmare
“La città che immagino da qui ai prossimi dieci anni – spiega – ha bisogno di un progetto, di una visione di insieme per recuperare quel vuoto lasciato negli ultimi quindici anni dove gli interessi di pochi hanno prevalso su quelli dell’intera comunità. Oggi siamo oggetto di un trend demografico pericoloso, siamo una città che invecchia e che lo fa molto più rapidamente della media. E il motivo è semplice: chi ne ha avuto la possibilità, soprattutto i giovani, ha scelto di andarsene da qui. Perché a Terracina è troppo difficile porre le basi per costruire il proprio futuro. Ecco allora il mio progetto di città in grado di proiettarci nel futuro per dire un giorno, non troppo lontano, “Stanno tutti bene”.
Ridurre le distanze
Di Tommaso, nel precisare che le amministrazioni comunali hanno il compito di programmare lo spazio urbano vivibile nel tempo per indirizzare, localizzare e gestire le attività della comunità, afferma anche che “è giunto il momento di pensare ai quartieri che soffrono proprio per la distanza, non solo spaziale, dal resto della città”. “Nella città che immagino – dichiara – vorrei che tutti i cittadini, sia abitanti del centro storico che dei quartieri periferici, abbiano la stessa qualità della vita e che ognuno di loro si senta a casa propria nella strada in cui abita. Solo così possiamo ridistribuire quel benessere fatto di cose semplici quanto essenziali”.
Il benessere con le cose semplici
Il candidato sindaco pensa ad esempio ad un’area verde o alla nuova chiesa per il quartiere Calcatore, o una scuola più sicura per i bambini di La Fiora. “Riallacciamoli questi quartieri a Terracina – dice -, facciamo in modo che chi abita a Borgo Hermada non debba necessariamente pensare di vivere sulla luna perché sulle strade ci sono i crateri. Immagino per le periferie una crescita armoniosa e sostenibile da governare nel segno della condivisione, della legalità, del rispetto dell’ambiente, incoraggiando la sinergia tra i cittadini e il Comune. Porto Badino, Foce Sisto, il Frasso, Barchi: facciamo in modo che non siano più schiacciati dalla riduzione degli spazi verdi, dal consumo del suolo, dalla dipendenza dalle autovetture per la mancanza di servizi e infrastrutture leggere”.
Tutti devono stare bene
“A Terracina – conclude – mai più quartieri dormitori o frutto di quella dispersione urbana dovuta alla mancata visione del centrodestra che ha governato la città negli ultimi 14 anni senza regole. Terracina è una città fratturata e il mio obiettivo è quello di ridurre le distanze e le differenze tra i diversi quartieri in cui tutti possono dire di stare finalmente bene”.